FTSE MIB apre col segno negativo con Trump che si prende beffa dei Mercati, l’Oro riprende la corsa, BCE ‘pronta a tutto’

FTSE MIB apre col segno negativo con Trump che si prende beffa dei Mercati, l'Oro riprende la corsa, BCE 'pronta a tutto', crollano i titoli degli alcolici

Dopo la chiusura di Piazza Affari col segno meno appena accennato grazie alle performance di Mps, Tim, Leonardo e Nexi, oggi a Milano si riparte con il -40%, col FTSE MIB che scende a 37.802,49 punti a -0,52%.

Il settore bancario è ancora altalenante, con l’apertura in negativo di Banca Monte Paschi Siena a 6.988 col -1.52%; Bper Banca a 7.226 col -1.07% e Intesa Sanpaolo a 4.6775 col -0.88%. Reggono Prysmian (+0.97%), Tenaris (+0.61%) e Iveco Group (+0.53).

Torna a salire lievemente lo Spread BTP-BUND (+0,83%) a 109 punti. Rendimenti decennali scendono a 3,99%. Indici europei aprono senza troppo entusiasmo: Francoforte segna un -0,29%, Parigi un timido +0,01% Londra un +0,04%.

  • Le parole di Trump hanno effetto immediato sui Mercati: dopo i disaccordi sulla tregua in Ucraina e le minacce di dazi statunitensi su Mosca, l’Oro torna a salire e arriva sempre più vicino alla soglia dei 3 mila dollari l’oncia (ieri 2.969 dollari).

Conseguenze disastrose anche su Campari che perde oltre il 4% dopo l’annuncio del Presidente degli Stati Uniti di voler avviare dazi al 200% su champagne, vini e alcolici dell’UE. La risposta di Trump tuona prepotentemente dopo la decisione dell’UE di applicare una tariffa del 50% sul whisky americano, una misura che fa parte di un più ampio pacchetto da 26 miliardi di euro su beni americani.

  • Lagarde si scopre incerta e timorosa e annuncia di essere disposta a “fare qualsiasi cosa” per contrastare le attuali incertezze dei Mercati e rivolge un appello ai banchieri, che “dovranno mostrare agilità per aggiustare la loro posizione e i loro strumenti alle circostanze che cambiano“.

In sostanza, l’inflazione al 2% è stata una sorta di illusione temporanea poiché – come affermato sempre dalla Lagarde – la guerra commerciale e altri shock derivanti dai prezzi alle stelle dell’energia pesano particolarmente nell’eurozona e una nuova fiammata dell’inflazione è sempre più probabile. Mutui, prestiti e finanziamenti sono di nuovo sull’orlo del baratro.

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