Frutta che gonfia la pancia e fermenta nell’intestino: quale converrebbe mangiare ed evitare col colon irritabile 

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Sappiamo tutti che mangiare la frutta fa bene, infatti ci fornirebbe sostanze importanti per il benessere del nostro organismo. Vi sono però situazioni in cui questi alimenti potrebbero provocare dei problemi. Infatti, nel caso si soffra di sindrome del colon irritabile, alcuni frutti potrebbero provocare dei fastidi. Si tratterebbe di quelli cosiddetti ad alto contenuto FODMAP. Scopriamo dunque di quali frutti stiamo parlando e quali invece sarebbero preferibili perché a basso contenuto.

La sindrome del colon o dell’intestino irritabile è un disturbo abbastanza diffuso e che colpirebbe principalmente le donne. Si tratterebbe di una condizione duratura, sebbene potrebbe manifestarsi per periodi più o meno lunghi e variando d’intensità.

Tra i sintomi rientrerebbero gonfiore e crampi addominali, flatulenze, associati a stipsi o a diarrea.

Altresì potrebbe comportare anche stanchezza, nausea e muco nelle feci, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità.

La sindrome del colon irritabile sarebbe una condizione con cui convivere e per farlo al meglio sarebbe fondamentale cercare di ridurne i disturbi. A tale scopo, oltre a medicinali consigliatici dal medico, un ruolo importante lo giocherebbe lo stile di vita e l’alimentazione in particolare.

Frutta che gonfia la pancia e fermenta nell’intestino, ecco quale sarebbe

Bisognerebbe prestare attenzione agli alimenti che generano i disturbi della sindrome del colon irritabile. Tra questi rientrerebbe anche la frutta fresca, tanto è vero che laddove dovesse provocare fastidi l’Istituto superiore di Sanità sconsiglia di consumarne più di 3 porzioni giornaliere. Infatti, i sintomi tenderebbero a verificarsi soprattutto in seguito al consumo di alcuni cibi.

Negli ultimi tempi, diversi studi avrebbero evidenziato il ruolo dei cibi FODMAP. Si tratterebbe di alcuni carboidrati la cui sigla starebbe per Oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili.

Come riporta la rivista pubblicata dalla Società italiana di Medicina Generale (SIMG), il piccolo intestino avrebbe difficoltà a digerire completamente le molecole FODMAP. Allo stesso tempo, rimarrebbero parzialmente digeriti nel colon e subirebbero una rapida fermentazione da parte del microbiota intestinale con conseguente emissione di gas e richiamo d’acqua. Tale fenomeno provocherebbe disturbi in quanti affetti da colon irritabile. Infatti, quest’ultimo comporterebbe ipersensibilità viscerale e dunque una maggiore sensibilità al gonfiore addominale e nel percepirne i conseguenti dolori.

I FODMAP sarebbero presenti nel latte e in alcuni latticini, cereali, verdure, legumi nonché nella frutta.

In base al contenuto maggiore o minore di FODMAP negli alimenti aumenterebbe o diminuirebbe il grado di fermentazione.

Questi diminuirebbero i fastidi del colon irritabile

La frutta che gonfia la pancia e fermenta nell’intestino dunque sarebbe quella con un’alta concentrazione di FODMAP. Secondo la rivista SIMG si tratterebbe di mele, pere, pesche, mango, anguria, pesche bianche, cachi, albicocche, ciliegie, susine, prugne e avocado.

Quella a basso contenuto di FODMAP invece includerebbe: banane mature, lamponi, mirtilli, uva, pompelmi, melone, kiwi, mandarini, arance, fragole.

Consigliabile sarebbe quindi consumare la frutta del secondo elenco rispetto al primo, se volessimo farne scorta però adottiamo qualche accorgimento per conservarla a lungo.

Alimenti a basso contenuto di FODMAP comporterebbero infatti un miglioramento negli individui che soffrono di colon irritabile. Si parlerebbe di dieta Low FODMAP e naturalmente riguarderebbe anche gli altri alimenti e non solo la frutta. Sembrerebbe in grado di influire positivamente su distensione e dolori addominali, nonché su diarrea e stitichezza. Ovviamente si tratta di un regime da seguire sotto controllo di uno specialista e non da improvvisare da sé. Un medico saprà aiutarci a valutare la nostra tolleranza e a impostare un’alimentazione adatta ai nostri bisogni. Infatti ogni persona rappresenta un caso a sé stante.

Teniamo presente poi che anche l’attività fisica gioverebbe alla nostra condizione, dunque potremmo unire utile e dilettevole praticando alcuni esercizi che ci daranno anche una forma fisica perfetta.

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