Frequentare i parchi e ritrovare la forma perduta

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Partita la fase 2, l’Italia è tornata a respirare. Non solo, per fortuna, hanno riaperto le aziende e alcuni esercizi commerciali. E hanno riaperto i parchi pubblici e le grandi aree verdi comunali. Può sembrare poco, per quanti erano abituati a piscine, palestre e impianti sportivi. Vero, ma è già qualcosa, per ritrovare smalto atletico, linea e buonumore. Attenzione: parchi e aree verdi, ma non attrezzi e percorsi della salute. Quelli in seguito, nella fase 3. Ecco quindi alcuni consigli per frequentare i parchi per ritrovare la forma perduta.

Abbigliamento tecnico ideale

Prima cosa l’abbigliamento: basilare nella scelta della camminata semplice, della corsa, del percorso misto. Dipende anche molto sia dalla temperatura che dalla parte della giornata dedicata all’attività. Importante, per non prendere colpi d’aria, e smettere subito per lombalgie o dolori vari, è vestirsi in maniera adatta. In questi primi giorni si sono viste persone vestite poco e male, per la fretta di buttarsi fuori e rifarsi del tempo perduto. Una camminata anche di mezz’ora, ma meglio se di più, deve partire da una scarpa comoda, un pantaloncino corto e una maglietta in cotone o in tessuto per l’assorbimento del sudore. Se si fa la passeggiata nelle ore più fresche, bene portarsi anche una felpa leggera o la tuta, da legare in cintura per le evenienze.

Frequentare i parchi e ritrovare la forma perduta. Correre sì ma con intelligenza

Dal 4 maggio, dal 3 a dire la verità, si sono già viste in giro migliaia di persone a frequentare i parchi per ritrovare la forma perduta. Per chi non è corridore professionista, o amatore, ma comunque frequentatore di maratone e avvenimenti, la corsa è arma a doppio taglio. Attenzione che, stando ai dati degli infortuni sportivi del nostro paese, dopo il calcetto, sul secondo posto del podio, ecco la corsa amatoriale.

Nello specifico, un trionfo di slogature alle caviglie, distorsioni a legamenti e ginocchia, contratture muscolari e microlesioni ovunque. Correre fa bena, farlo in modo sbagliato ,crea danni. Fondamentale prima di partire per la corsa nel parco il riscaldamento. Stretching, elongazione muscolare, riscaldamento delle gambe e di tutti gli arti inferiori, piedi compresi. Partire senza scaldarsi equivale a esporsi immediatamente al rischio infortuni.

Vademecum per il corridore dilettante

Concentrazione quindi subito sulle scarpe. Morbide, ma robuste e dotate di ammortizzatori, soprattutto se si faranno percorsi misti. Maglietta corta e pantaloncino traspiranti. Non si faccia l’errore di correre col calzino invisibile o fantasmino che dir si voglia. Dopo 100 metri ci impone lo stop perché inizia a dare fastidio. Calzettino di spugna anche basso, in grado di tenere anche calda la caviglia. L’estetica non conta, bisogna fare sport in maniera sicura e comoda.

Caviglia, che, se soggetta a infortuni per natura, va protetta da una cavigliera o un tutore, anche leggeri, ma efficaci. Stessa cosa per il ginocchio, che, con schiena e caviglie, regge lo sforzo della corsa. Va ricordato che è consigliabile correre nelle aree verdi per respirare meglio e nelle ore più fresche della giornata per evitare insolazioni e problemi cardiorespiratori. Evitiamo di correre in città lungo le strade trafficate perché lo sforzo respiratorio della corsa ci fa assorbire il doppio dello smog!

 

Approfondimento: Cammina che ti passa. I benefici fisici di una passeggiata quotidiana

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