Ci fermiamo a riflettere non poco quando ci capita di dimenticare le chiavi o di venir meno ad un appuntamento per semplice distrazione. A spaventarci maggiormente è la paura che la nostra mente stia diventando un colabrodo. Magari riusciamo ancora ad accogliere nuove informazioni ma non siamo in grado di trattenerle nella memoria a breve termine. E anche richiamare alla mente un evento importante talvolta diventa davvero difficile e richiede parecchi minuti. Oltre a ciò e per quanto lievi sono anche questi i primi sintomi di un cervello annebbiato che perde neuroni ed elasticità. Pertanto sarebbe saggio fermarsi un attimo a valutare con quale frequenza si registrano dimenticanze e confusione mentale. E soprattutto bisognerebbe evitare di spiegare le prime manifestazioni di deficit cognitivo con l’avanzare dell’età. Non sempre, infatti, la motivazione principale del decadimento neuronale è da attribuirsi al superamento dei 50 anni ed oltre.
In molte circostanze non è la vecchiaia che provoca l’esaurimento di memoria e lucidità mentale ma questi killer delle cellule neuronali. E si potrebbe anche monitorare un eventuale calo delle prestazioni cognitive attraverso semplici strumenti. Gli studiosi mettono a punto, infatti, dei questionari e test tramite cui valutano le abilità intellettive e la rapidità di risposta agli stimoli. Quindi forse sta precipitando nella demenza il cervello che non riesce in questo test di orologi e soldi. E all’origine di tale depauperamento neuronale vi potrebbero essere non solo gli eccessi alimentari, ma altresì alcune terapie farmacologiche. Molti ignorano che oltre allo stress questi comunissimi farmaci possono causare demenza precoce e memoria altalenante anche nei più giovani.
Forse sta precipitando nella demenza il cervello che non riesce in questo test di orologi e soldi
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A volte emergono cali nelle prestazioni cognitive che già di per sé sono indicativi della compromissione di alcune funzioni esecutive. Potrebbero manifestarsi nella difficoltà di svolgere alcune operazioni matematiche o di denominare oggetti di uso comune. Occorrono appena 15 minuti e carta e penna per sottoporsi ad una delle 4 versione del SAGE test. I ricercatori dell’Università dell’Ohio hanno infatti ideato una serie di esercizi per individuare l’insorgenza dei primi sintomi della demenza.
Fra le diverse richieste del questionario vi è quella di individuare quante monete da 20 centesimi vi sono in 6,40 euro. Oppure di sapere quanto riceverà di resto il consumatore che paga con una banconota da 10 euro una spesa di importo pari a 3,05 euro. Inoltre si chiede di posizionare le lancette mobili di un orologio sulle ore 11 e 50 minuti. O ancora di indicare con la lettera “m” la lancetta dei minuti e con una “o” quella delle ore. Secondo gli ideatori del SAGE attraverso i risultati che si conseguono al test è possibile individuare la presenza di lievi disturbi cognitivi. Sottoponendosi con una certa frequenza al test potrebbe essere più semplice formulare una diagnosi precoce di alcune forme di demenza. Ovviamente risulta fondamentale condividere i risultati del test con il proprio medico che eventualmente valuterà la necessità di somministrare le terapie più adeguate.