Ci sono dei posti in cui è più facile contagiarsi ed altri in cui c’è una minore probabilità di contrarre il Covid 19. L’argomento è interessante in quanto, sulla scorta delle indicazioni che si forniranno, potremo programmare le nostre giornate. E ciò in modo da evitare il più possibile circostanze in cui sale il rischio di contagio.
Ebbene, sul tema, forse nessuno ci ha mai detto qual è la percentuale di rischio di contagiarsi all’aperto…
Sul punto, una ricerca irlandese e, in particolare, il Centro di prevenzione e di sorveglianza sulla salute di Dublino, l’Health Protection Surveillance Centre, ha rilevato che in tal caso ricorrerebbe una percentuale di trasmissione dello 0,1%. Veramente bassissima. Dunque in aperta contraddizione con lo slogan “io resto a casa”.
Infatti, è proprio all’aperto che ricorre la più bassa percentuale in assoluto di contagi. Quindi, solo un caso su mille è riconducibile ai contagi all’aperto.
In particolare, si è riscontrato che in Irlanda l’infezione si è diffusa, per il 50%, nei cantieri edili, e per il resto in occasione delle attività sportive.
Tuttavia, è chiaro che non è agevole accertare esattamente dove sia avvenuto il contagio. Inoltre, quanto è più interessante è che questi dati sono stati confermati da quelli provenienti dall’estero.
In Cina, ad esempio, 8 contagi su 10 sono avvenuti in casa, mentre su 1.245 casi monitorati, solo 3 erano legati ad attività all’aperto. Addirittura, si trattava di persone che conversavano per strada senza mascherina e senza mantenere la distanza di sicurezza. Tuttavia, ricordiamoci che questo è uno studio, effettuato su un numero ristrettissimo di persone. E che, quindi, occorre sempre usare cautela.
Il contagio all’aperto quanto incide?
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In quest’articolo stiamo trattando di quale sia la probabilità di contrarre il Covid fuori casa, in quanto, forse, nessuno ci ha mai detto qual è la percentuale di rischio di contagiarsi all’aperto.
Al riguardo, l’Università della California ha appurato che le probabilità di prendere il virus all’aperto è di 19 volte inferiore rispetto agli ambienti chiusi. Gli esperti, al riguardo, hanno osservato che il motivo di tutto ciò è che il virus si dissolve molto più facilmente all’aperto. Salvo che ricorrano distanze molto ravvicinate o assembramenti.
È sulla scorta di questi dati scientifici e di questi studi che molti paesi come Gran Bretagna, Olanda e, molto probabilmente, l’Italia hanno deciso di riaprire gli stadi. Alla decisione del nostro Paese di farlo entro l’11 giugno, ha controbattuto il CODACONS, accusando il Governo di anteporre gli interessi economici alla salute pubblica. L’apertura degli stadi, secondo l’ente, provocherebbe contagi tra i tifosi e significherebbe aprire anche cinema, teatri, musei, concerti. Pena la palese discriminazione tra le attività.