Fondi MES un’occasione imperdibile per l’Italia

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Fondi MES un’occasione imperdibile per l’Italia. Una manovra da 74 miliardi di euro. Perché l’Italia non può perdere questa possibilità?

L’epidemia del coronavirus ha portato una crisi economica impressionante, così grande come non se ne vedono da dopo la seconda guerra mondiale.

Questa grande depressione porterà più problemi di quelli dell’epidemia,  i cavalieri dell’apocalisse  vanno sempre insieme.

Il calo nel PIL che potrà raggiungere anche il 14%, in caso di un ritorno della pandemia ai primi di novembre di quest’anno, devono far pensare  ai nostri politici.

Il debito italiano tra i più alti nel mondo (dati Ocse) e il rapporto Debito/PIL  il più alto in Europa solo dopo quello della Grecia, richiedevano anche prima di questa epidemia  delle soluzioni.

Oggi, il problema del debito è peggiorato, ma  vi sono delle opportunità di finanziamento che prima non vi erano.

Adesso alcuni eminenti economisti parlano che la ripresa non ci sarà prima del 2022, personalmente penso che nel 2022 si potranno avere effetti positivi solo se quelli legati al corona virus saranno completamente risolti nell’anno precedente.

In attesa di segnali positivi e la creazione di un vaccino cosa possiamo fare?

Fondi MES un’occasione imperdibile per l’Italia. Chiedere il prima possibile i Fondi del MES.

L’Italia potrà richiedere almeno fino a € 37 miliardi di euro per problemi legati al comparto salute sia diretti che indiretti.

Le possibilità di utilizzo di questi fondi sono molteplici.

Quanto costano?

In rapporto alle emissioni ordinarie dei BPT Italia e similari praticamente niente.

Considerando il tasso reale, ovvero il tasso nominale che si paga meno  del tasso d’inflazione, possiamo addirittura indebitarci a tassi negativi.

Costi Effettivi dei Fondi MES

Durata: 10 anni.

Costi di accensione e gestione: commissione una  tantum del 0,25%, oltre  costo annuale dello 0,005%.

Tasso annuale: 0,10%

Calcoliamo gli eventuali costi per un finanziamento di € 37 miliardi.

Commissione una tantum  di accensione € 92,5 milioni;

Commissione annuale: € 18,5 milioni;

Interessi annuali: € 37 milioni.

In pratica un indebitamento al TAN dello 0,13% su base annua.

Alla fine dei 10 anni l’Italia  avrà  pagato i seguenti importi complessivi.

Commissione una tantum  di accensione: € 92,5 milioni;

Commissioni annuali: € 185 milioni;

Interessi annuali complessivi: € 370 milioni.

Totale  complessivo dell’operazione  € 647,50

In considerazione che in Italia il tasso inflazione relativo all’anno 2019 è del 0,64%,  in termini reali ogni anno il debito si ridurrà in proporzione del tasso inflattivo.

Tasso inflazione 0,64% , riduzione del debito in termini reali di € 236,8 milioni annui.

Alla fine dei 10 anni, in caso di inflazione costante, il debito si ridurrà di € 2,368 miliardi.

Quindi tutta l’operazione è a tassi negativi.

Perché l’Italia non può perdere questa possibilità?

L’ottima emissione del BTP Italia è stata emessa ad un tasso 1,40% oltre premi fedeltà di 0,80% alla fine del quinquennio.

Vediamo quanto costa  all’Italia indebitarsi in questo modo:

Interessi annuali pari a € 518 milioni, per 5 anni € 2,590 miliardi, per 10 anni € 5,18 miliardi.

Il risparmio complessivo per interessi  è impressionante e ammonta alla seguente cifra € 4,5325 miliardi, quasi una manovra di bilancio.

Un ulteriore fattore di utilità per il bilancio nazionale è che convogliando questi 37 miliardi all’interno del reparto sanità, è possibile stornare anche un importo quasi equivalente per destinarlo ad altri impegni.

Una manovra  complessiva da 74 miliardi.

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