Il percettore del reddito di cittadinanza potrà prendere la ricarica fino al 1° giugno 2020 anche se lavora o meglio se dovesse riprendere a lavorare. Giungono pertanto rassicurazioni per quanti temono che la crisi economica incombente possa determinare la decadenza del beneficio statale. Il contribuente italiano che in queste settimane di stagnazione economica vede vacillare il bilancio familiare ha timore di perdere il reddito di cittadinanza.
La circolare Inps n. 1608 del 14 aprile 2020
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Con la circolare n. 1608 del 14 aprile 2020, l’Istituto di Previdenza sociale ha spazzato via i timori dei beneficiari del RdC. Nella comunicazione Inps figurano rassicurazioni e vantaggi non solo per i percettori del sussidio governativo. Si legge difatti che “il decorso dei termini di decadenza relativi alle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative erogate dall’Inps e dall’INAIL è sospeso di diritto”.
Ciò significa che fino al 1° giugno 2020, proprio a causa dei disagi arrecati dall’epidemia coronavirus, verranno sospesi gli obblighi relativi agli aiuti statali. Dai chiarimenti dell’Inps e del Ministero del Lavoro si deduce che fino al 1° giugno 2020 anche chi lavora potrà prendere il reddito di cittadinanza.
Persino la comunicazione obbligatoria inerente all’eventuale variazione dei membri facenti parte del nucleo familiare è slittata al 1° giugno. La sospensione degli obblighi vale anche per i titolari della pensione di cittadinanza e del reddito di inclusione.
Fino al 1° giugno 2020 anche chi lavora potrà prendere il reddito di cittadinanza
Stando al dettato dell’articolo 3 del D.L. n. 4/2019, in caso di attività lavorativa di un membro familiare correva l’obbligo di comunicare tale variazione. Attualmente, a seguito della circolare Inps n. 1608 del 14 aprile 2020, il beneficiario del RdC che dovesse trovare lavoro non è tenuto a fornirne comunicazione.
Le più recenti disposizioni dell’Inps muovono dalla considerazione dei cambiamenti in arrivo a seguito della riapertura delle attività lavorative prevista dalla fase 2. Non si esclude difatti che molti percettori di sussidi governativi possano trovare un’occupazione lavorativa o riprendere quella sospesa.