Fino a 6 anni di carcere per chi dichiara il falso per prendere il reddito di cittadinanza, ma solo col dolo

reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà e come tale deve finire nelle tasche dei bisognosi. Per questo la lotta ed il contrasto ai cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza è sempre in prima fila tra le priorità. L’Italia è un Paese di furbi. Ci sono quelli del bollo auto, quelli del canone RAI e ci sono quelli del reddito di cittadinanza. Mentre il bollo auto o il canone sono tasse che, se evase,  espongono a multe e sanzioni, per il reddito di cittadinanza è diverso. Si rischia il carcere. Si tratta di truffa allo Stato, fruizione indebita di aiuti di Stato e così via. Reati a tutti gli effetti. Ma ci sono situazioni e situazioni, perché non tutti sono truffatori.

Fino a 6 anni di carcere per chi dichiara il falso per prendere il reddito di cittadinanza, ma solo col dolo

Dichiarare il falso per il reddito di cittadinanza equivale a truffare lo Stato. Ed in linea di massima è sempre colui che dichiara il falso che deve provare di non averlo fatto di proposito. Importante è il dolo, cioè la volontà di frodare lo Stato a tal punto da percepire un sussidio non spettante. Ed in questo, la cervellotica normativa del reddito di cittadinanza viene incontro al beneficiario del sussidio che viene accusato di presunta truffa.

Non sempre una falsa dichiarazione è truffa

Un tipico esempio è quello dell’extracomunitario che dichiara di essere residente in Italia da 10 anni anche se non è così. La residenza da 10 anni in Italia è parametro necessario per poter percepire il reddito di cittadinanza. Chi non dimostra di essere entrato in Italia almeno 10 anni prima non può accedere al sussidio. Però il reddito di cittadinanza prevede tutte autodichiarazioni e quindi è il richiedente che deve dichiarare anche l’ingresso in Italia. Chi dichiara il falso rischia una denuncia e commette un reato. Si rischiano fino 6 anni di carcere per chi dichiara il falso, ma ci deve essere dolo.

La normativa prevede la reclusione da 2 a 6 anni,  e le dichiarazioni false sono paragonate alla presentazione di falsa documentazione. La Cassazione però ha ristretto il campo sostenendo che solo se l’intenzione del richiedente il reddito di cittadinanza è quello di frodare lo Stato, si parla di reato. Quindi, se un soggetto presenta un’autodichiarazione che poi si scopre come falsa, rischia di perdere il sussidio e magari di dover restituire le somme percepite precedentemente. Ma non rischia il carcere. Deve però dimostrare di aver dichiarato il falso perché la normativa vigente non è chiara.

Approfondimento

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