Fino a 3 anni di carcere per chi non sa dire di no al nuovo smartphone o alla nuova smart TV e commette questo errore in negozio

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I prestiti con finanziarie e banche di ogni genere sono molto utilizzati, forse anche troppo. In passato le cambiali si usavano per spese impossibili da sostenere in unica soluzione, e soprattutto, per beni essenziali. La macchina per esempio, o una casa, o ancora la stanza da letto o la cucina. Oggi invece si compra tutto a rate, dall’ultimo smartphone alla smart TV. Mettendo da parte le questioni di sovra-indebitamento, che sono un vero problema, dietro la smania dell’acquisto ad ogni costo molte persone adottano delle pratiche pericolose.

Fino a 3 anni di carcere per chi non sa dire di no al nuovo smartphone o alla nuova smart TV e commette questo errore in negozio

Anche l’acquisto di uno smartphone a rate necessità di una procedura obbligatoria. Si deve richiedere alla società finanziaria l’anticipo dei soldi da girare all’azienda che vende l’apparecchio. Servono documenti che attestino la possibilità da parte del richiedente, di restituire, anche se a rate, il prestito ottenuto. A volte con interessi, altre invece a tasso zero. La busta paga o la dichiarazione dei redditi è l’elemento necessario per portare a termine l’acquisto e avere l’ok al finanziamento. Portarsi a casa il tanto agognato prodotto senza spendere soldi ha un appeal che evidentemente è notevole. Tanto è vero che molti adottano stratagemmi particolari come una busta paga falsa o ritoccata o una dichiarazione dei redditi corretta opportunamente.

Busta paga o dichiarazione dei redditi ritoccata, i rischi sono tanti

Per ottenere in prestito occorre dimostrare di essere in grado di rimborsarlo, cioè di essere solvibili. Servono i documenti reddituali che devono essere in un certo modo. Dalla busta paga per esempio, deve emergere un lavoro continuo e duraturo, non provvisorio o occasionale. Inoltre gli operatori delle società finanziarie chiedono assunzioni datate perché come detto c’è da assodare la continuità e stabilità del lavoro. Chi non si trova in queste condizioni difficilmente verrà autorizzato ad ottenere ciò che ha chiesto, cioè il prestito. E lo stesso accade se il reddito presente nelle dichiarazioni, o lo stipendio mensile in busta paga non è di un importo tale da consentire un rientro del prestito senza problemi.

E non sono pochi quelli che truccano i documenti. Basta correggere la data di assunzione presente in busta paga. Infatti nel documento che accompagna lo stipendio mensile c’è la data di assunzione e la tipologia di contratto (a tempo indeterminato o determinato).

Anche quest’ultimo un fattore determinante per la concessione del finanziamento.

E c’è chi corregge gli importi della busta paga, aumentando lo stipendio. Ma lo stesso può essere fatto con il modello 730 per esempio. Ormai tutti i PC hanno strumenti adatti a fare questo, ed anche mani non propriamente esperte di informatica possono ottenere un buon risultato truccando i documenti.  Un occhio esperto può facilmente riconoscere un falso, chiedendo prove reddituali aggiuntive e bloccando il finanziamento. Ormai con le banche dati si può facilmente verificare la veridicità di un documento. Ma questo genere di controlli e di attenzione vengono messi in atto soprattutto se il finanziamento ha importi rilevanti.

Fino a 3 anni di carcere

Senza considerare poi che spesso i finanziamenti si chiedono ed ottengono in pochi minuti già al box informazioni del centro commerciale per esempio. Taroccare un documento di questo tipo è un illecito, cioè è un autentico reato. Si tratta nello specifico di quanto previsto dall’articolo 640 del Codice Penale, cioè del reato di truffa. E rischia fino a 3 anni di carcere colui compie queste pratiche.

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