Era inevitabile che la crisi in Ucraina, con le sanzioni inflitte e subite tra Occidente e Russia, incidesse molto sulla vita dei cittadini italiani. Ridurre la dipendenza dalla Russia in materia energetica è ciò che il Governo italiano è intenzionato a fare. Bisogna risparmiare sui consumi quindi, e nel recente decreto bollette già si vede una prima stretta in arrivo dal primo maggio prossimo.
I rubinetti sui consumi iniziano ad essere ridotti. Si parte con alcuni edifici pubblici, ma presto potrebbe toccare anche alle famiglie e alle loro abitazioni. A dire il vero limitazioni sui riscaldamenti alcuni cittadini li conoscono da tempo, ma adesso il problema si espande a macchia d’olio e si rischia di estendere le limitazioni a tutto il territorio nazionale.
Fino a 3.000 euro di multa per chi non risparmia su riscaldamento in inverno ed aria condizionata in estate a partire da maggio 2022
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La Commissione Ambiente della Camera a Montecitorio, ha inserito un provvedimento nel decreto bollette che farà sicuramente discutere. Dal primo maggio infatti, in determinati edifici pubblici inizierà ad essere limitata la temperatura interna. Il problema è che le indiscrezioni mettono in evidenza come questo provvedimento sia solo l’inizio, perché ciò che è stato deciso per gli edifici pubblici potrebbe essere esteso alle case private. Al netto degli ospedali e delle case di cura, in tutti gli altri edifici pubblici, dalle scuole agli uffici fiscali, dall’INPS alle sedi di Regioni e Comuni, la temperatura interna dovrà essere entro dei limiti prestabiliti. La temperatura di ogni singolo ambiente non dovrà superare i 19 gradi in inverno e i 27 gradi in estate (anche se viene introdotta una tolleranza di 2 gradi).
Cosa accadrà alle case private
Per il momento è solo una ipotesi, anche se piuttosto realistica visto la piega che sta prendendo il conflitto in Ucraina. In pratica, dopo gli edifici pubblici è facile pensare che per risparmiare si scelga di colpire anche le case private. Nulla di nuovo per chi abita in alcune città italiane dove esiste un limite di 20 gradi di temperatura massima in determinati mesi dell’anno che variano da città a città. E si tratta di regole rigide.
Infatti si rischia fino a 3.000 euro di multa. La sensazione è che sull’altare del risparmio le limitazioni non siano così lontane dalla realtà. Basti pensare che il Governo oggi sta valutando se ridurre il numero dei lampioni accesi e le ore di accensione, nelle strade pubbliche. Inoltre sta valutando anche l’inserimento dell’obbligo di tenere le luci spente nelle parti comuni dei condomini. Anche in questo caso, in determinate fasce orarie, in barba però a tutte le questioni sulla sicurezza che l’illuminazione assicura.
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