Fino a 1.032 euro di multa con 6 anni di carcere e soldi indietro all’INPS in questi casi assai comuni che molti sottovalutano

multa

Fare sembrare vera una cosa che nella realtà è falsa o produrre documenti e argomenti che spingono un soggetto terzo a considerare vera una cosa che invece non lo è. Queste azioni sono dei veri e propri atti illeciti. Chiunque li commette rischia pene e sanzioni abbastanza severe. Questo vale per chi perpetra questi comportamenti nei confronti di un’altra persona, ma vale anche per chi compie queste azioni nei confronti della PA. E l’INPS è una PA. Per questo, quando si creano artifizi con l’intento di sfruttare una norma o una Legge per il proprio tornaconto, si può parlare di reato. E la normativa italiana condanna i reati, sanzionandoli pesantemente.

Fino a 1.032 euro di multa con 6 anni di carcere e soldi indietro all’INPS in questi casi assai comuni che molti sottovalutano

In gergo, vengono chiamati furbetti e sono coloro i quali si rendono responsabili di alcune condotte utili a percepire prestazioni e Bonus che sarebbero non spettanti. L’INPS rappresenta lo Stato italiano e cercare di frodare l’INPS significa truffare lo Stato. Le truffe ai danni dell’INPS rappresentano un fenomeno assai diffuso, a tal punto che è il più frequente tra quelli contemplati  dall’articolo 640 bis del Codice Penale. False assunzioni per sfruttare le indennità per disoccupati, oppure falsi ISEE per percepire il reddito di cittadinanza. Sono due azioni che finiscono nello stesso perimetro di illegalità. E in entrambi i casi le sanzioni possono essere pesanti. Chi compie questi atti (ma non solo questi, perché la materia delle frodi è vasta), rischia fino a 6 anni di carcere e fino a 1.032 euro di multa.

Sanzioni amministrative pesanti, ma anche i soldi da restituire

Spesso le frodi a carico dell’INPS sono attuate da autentiche organizzazioni criminali. In questo caso si parla di associazione a delinquere. Il tutto con l’obiettivo di sfruttare le indennità di malattia, disoccupazione, maternità e così via. A volte dentro la rete di illegalità ci sono anche medici o funzionari pubblici, tutti compiacenti nel completare le procedure che portano la truffa a compimento. In questi casi più che di furbetti occorre parlare di criminali. Ma assai più diffusi dei criminali sono i furbetti.

C’è chi dichiara di vivere da solo e non con il coniuge, con tanto di residenze fittizie. C’è chi nasconde con artifizi e raggiri, un patrimonio o che nasconde un’attività lavorativa. Pratiche diffuse queste per raggiungere lo scopo originario, cioè percepire il reddito di cittadinanza o un altro sussidio per esempio. Al danno patrimoniale nei confronti dell’INPS si affianca l’ingiusto profitto del responsabile della frode. Per esempio, sul reddito di cittadinanza, che resta una misura dove le frodi sembrano all’ordine del giorno, se l’INPS accerta la colpevolezza del cittadino, si rischia:

  • da 2 a 6 anni di reclusione in caso di dichiarazioni o documentazioni false e mendaci o in caso di omissione di documentazione;
  • da 1 a 3 anni di reclusione in caso di mancate comunicazioni riguardo a variazioni di reddito e patrimonio.

Inoltre, ci sono sanzioni amministrative che possono arrivare fino a 1.032 euro di multa con la restituzione di tutte le mensilità percepite di sussidio. Una restituzione che può essere concessa anche a rate da parte dell’Istituto. Ma anche congelamento dei conti correnti, sequestri dei beni, confische e fermi amministrativi, che sono gli strumenti che possono essere adottati dall’INPS o da altre PA per recuperare l’indebito.

Approfondimento

L’INPS chiede 8.000 euro indietro a questi beneficiari dell’indennità che l’hanno percepita negli anni passati

Consigliati per te