L’omessa dichiarazione è un reato legato alla quantificazione delle imposte evase a seguito della mancata presentazione. Il legislatore mira a punire i comportamenti atti a creare un danno erariale. Tale concetto vale anche per la dichiarazione relative alle imposte dirette. Coloro che sono obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi dovranno rispettare la scadenza del 30 novembre. Successivamente a tale data verranno irrogate delle sanzioni.
Finirà in carcere fino a 5 anni chi non presenta questa dichiarazione entro il 30 novembre e pagherà fino al 240% delle imposte dovute
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Quando non viene presentata la dichiarazione dei redditi, si va incontro a sanzioni amministrative fino ad arrivare a conseguenze penali. L’evasione di imposte per un valore superiore a 50mila euro fa scattare la reclusione da 2 a 5 anni. L’evasione di cui si parla riguarda esclusivamente Irpef e Ires. Non assumono rilevanza penale le condotte finalizzate ad evadere Irap o altre imposte indirette.
Bisogna fare delle distinzioni per comprendere cosa significa dichiarazione omessa. Infatti, non si considera omessa la dichiarazione presentata entro 90 giorni dal termine ultimo, non sottoscritta o presentata su uno stampato non conforme.
Entro i 90 giorni successivi alla scadenza è possibile ravvedersi presentando una dichiarazione tardiva. Inviando la dichiarazione entro il 28 febbraio 2023 si pagherà soltanto una sanzione pari a 25 euro.
L’Erario concede anche un’altra possibilità al contribuente, prima di far scattare le sanzioni più consistenti. Se si presenta spontaneamente entro il 30 novembre 2024 la sanzione arriverà ad un massimo del 120% dell’ammontare delle imposte dovute con un minimo di 200 euro. Facciamo un esempio. Se le imposte dovute sono pari a 1.500 euro, si pagherà una sanzione massima di 1.800 euro.
Sanzioni salatissime in caso di omissione ed evasione
La sanzione amministrativa pecuniaria arriva fino ad un massimo del 240%. Dunque, nel caso dell’esempio precedente la sanzione potrebbe ammontare fino a 3.600 euro. Potrebbe accadere che non vi siano imposte dovute e non versate. In questo caso la sanzione massima sarà di 1.000 euro aumentabili fino al doppio nel caso di contribuenti soggetti alla tenuta delle scritture contabili.
Un ultimo fattore che aggrava le sanzioni irrogate riguarda le attività finanziare esercitate nei cosiddetti paradisi fiscali. Qualora emergano investimenti in territori a fiscalità agevolata o non collaborativi con le attività di accertamento vi sarà la presunzione di utilizzo di redditi sottratti a tassazione.
In questi casi le sanzioni saranno raddoppiate. Sappiamo quindi chi finirà in carcere fino a 5 anni e chi potrà pagare ingenti sanzioni. Meglio tenere a mente tutte le scadenze e gli obblighi fiscali per evitare problemi con l’Erario.
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