Chi di noi condivide la casa con un cane ha spesso la sensazione di essere profondamente capito dal proprio animale. Sembra che il cane dia un senso alle nostre parole e ai nostri comandi. È vero: è addestrato per eseguire i nostri “seduto”, “sdraiato”, “a cuccia” e “rotolare”. Eppure, abbiamo la sensazione che loro capiscano le nostre intenzioni ben prima di impartire l’ordine e che ci capiscano al di là del rapporto padrone-animale. Questa capacità di comprendere i gesti umani può sembrare insignificante, ma è un’abilità cognitiva complessa che è rara nel regno animale. I lupi o gli scimpanzé, nostri parenti stretti, per esempio, non possono farlo.
Il comportamento che adottiamo con il nostro cane, ne modifica il carattere e la socievolezza, come abbiamo descritto in precedenza, indagando circa l’origine dell’aggressività canina. Ora, grazie a un nuovo studio fondamentale appena pubblicato, finalmente sappiamo se il nostro cane ci capisce davvero o se esegue i nostri comandi automaticamente.
Il riflesso pavloviano
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Qualsiasi studente di psicologia conosce la famosa storia dei cani di Pavlov. Pavlov è stato un grande scienziato di inizio Novecento. Nel 1904 vinse il Premio Nobel per la medicina grazie alle rivoluzionarie scoperte ottenute con i suoi cani.
Per i suoi studi, Pavlov li imbrigliava saldamente con cinghie di cuoio, fissando un tubicino di vetro alla loro bocca per raccoglierne la saliva. Subito sopra di loro aveva posizionato un campanello. In un primo periodo di addestramento, ogni volta che Pavlov suonava il campanello, dava da mangiare ai cani. Questo per diversi giorni. L’accoppiamento del cibo al suono del campanello diede origine a una risposta condizionata degli animali identificabile nella salivazione. Ogni volta che Pavlov suonava il campanello, i cani salivavano (in presenza o in assenza di cibo) per un riflesso condizionato (detto appunto riflesso pavloviano).
L’esperimento è passato alla storia come “il cane di Pavlov”, ma sappiamo che i cani erano numerosi (circa 60). Per il contributo fondamentale che hanno dato alla scienza, ci sembra doveroso citare alcuni dei loro nomi: Valiet (I, II e III), Baikal, Ikar e Krasaviets
Finalmente sappiamo se il nostro cane ci capisce davvero o se esegue i nostri comandi automaticamente
In uno studio recentissimo pubblicato su Scientific Reports (Schünemann B et al, 2021), si è investigato sul se i cani siano in grado di capire le intenzioni umane o se invece rispondono soltanto all’addestramento.
Per rispondere a questa domanda, è stato fatto un esperimento per capire come reagiscono i cani quando le ricompense di cibo vengono negate, sia in maniera volontaria sia in maniera non intenzionale da parte degli addestratori. I ricercatori hanno scoperto che i cani rispondono in maniera diversa nei due casi, dimostrando di saper distinguere le azioni intenzionali da quelle non intenzionali. Questa capacità o la capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri è una componente fondamentale della Teoria della Mente e finora era stata attribuita solo all’essere umano. È un risultato fondamentale per la comprensione dei meccanismi della mente negli esseri umani e in altri animali.
Gli stessi ricercatori sottolineano però la necessità di ulteriori approfondimenti per confermare (o confutare) questi risultati, vagliando ipotesi alternative a quelle qui prese in considerazione.