Le temperature altalenanti di questi giorni sono abbastanza tipiche del mese di febbraio. A volte sembra di essere in pieno inverno, altre molto prossimi alla primavera. Mancano ancora 30 giorni abbondanti al solstizio, eppure, in alcuni momenti sembra davvero di essere vicinissimi. Anche le nostre piante corrono verso il momento del risveglio. Alcune, in particolare quelle da frutto, necessitano di potatura dalla fine di febbraio. Vediamo quali sono gli errori più comuni da non commettere assolutamente.
La potatura è un momento particolarmente delicato nella vita di un albero. Infatti, lo si taglia per rinvigorirlo ed eliminare tutto quello che lo frena nella crescita. Pensiamo ai rami vecchi o a quelli che possono rubare luce e linfa ad altri meglio posizionati. Un’operazione all’apparenza semplice che, però, se non eseguita in maniera corretta, può arrecare problemi e sofferenze alle nostre piante. Sia quelle da frutto che quelle che non li producono.
Febbraio è tempo di potature, vediamo quindi quali sono i 3 errori più comuni in cui si può incorrere. Il primo è quello di sbagliare periodo. Infatti, se la fine del mese più corto dell’anno può essere indicata come il momento migliore, non è detto che non si possa anche ritardare. Questo perché, magari, possono esserci delle gelate improvvise che potrebbero danneggiare i punti di taglio. Quindi, meglio aspettare che le temperature si stabilizzino e non importa se dobbiamo attendere i primi dieci giorni di marzo. La ripresa vegetativa della primavera permetterà una cicatrizzazione migliore e terrà più facilmente lontane le malattie fungine.
Febbraio è tempo di potature, non sbagliamo a fare questi tagli!
Indice dei contenuti
Il secondo sbaglio è decisamente più tecnico, ovvero l’errore nel punto di taglio. In molti, spesso, pensano che farlo in un modo piuttosto che in un altro, cambi poco. Invece non è così e, anche senza essere dei giardinieri professionisti, dovremmo prendere alcuni preziosi accorgimenti. Tre sono i tipi di potatura: il taglio completo, quello su gemma e quello di ritorno. Vediamoli nel dettaglio.
Nel primo caso si va a tagliare il ramo vecchio, malato o che non è più produttivo. Lo si può fare andando direttamente sul collare, ovvero quella protuberanza da cui partono i rami più importanti di una pianta. Nel secondo caso, invece, dovremo andare ad agire vicino alle gemme. È un taglio parziale, che si effettua per convogliare la linfa nella maniera migliore per far sì che si stimoli la crescita di nuovi rami. Fondamentale farlo almeno un centimetro sopra la gemma e in maniera inclinata, in modo da evitare i ristagni di acqua e umidità sulla ferita.
Gli errori più comuni durante le potature e nella scelta degli attrezzi
Il taglio di ritorno, invece, lo si effettua cercando di sfruttare la spinta della linfa vegetativa, canalizzandola verso quei rami di derivazione che possono svilupparsi maggiormente. In pratica si possono individuare quelli che potrebbero andare a sostituire i rami ormai vecchi, dando nuovo vigore alla pianta.
Infine, l’ultimo errore riguarda la scelta degli attrezzi. Generalmente potremmo dire che quando dobbiamo affrontare un legno tenero dovremmo usare una forbice passante. Per i legni più duri, invece, una a battente. Poi c’è la classica via di mezzo, che potrebbe essere l’opzione migliore, soprattutto per i meno esperti. Ovvero quella a doppia lama, capace di essere potente e precisa allo stesso tempo.