Oggi abbiamo veramente molti prodotti specifici per il make up, dal consueto rossetto e fondotinta fino a primer, correttori o plumper. Ma come facevano la regina egiziana Cleopatra o le antiche romane senza tutti questi aiutini ad esser così belle come descritte nelle grandi opere letterarie dell’epoca? Scopriamo alcuni segreti delle donne più affascinanti della storia.
Altro che skincare coreana, le donne romane con in testa Poppea ben sapevano come ottenere una pella liscia e levigata. La moglie di Nerone era solita fare il bagno nel latte d’asina, altamente nutriente. Inoltre chi ritenga la nail art un’invenzione dei tempi moderni, dovrà ricredersi perché Nefertiti già decorata le proprie unghie con l’henne.
Fard, fondotinta, smalto e mascara quando non c’erano, come si faceva?
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Lo smalto per le unghie era irrinunciabile sia per le donne dell’antico Egitto sia per quelle dell’Impero Romano. Naturalmente non era disponibile in tante nuance come nelle tabelle colori odierne ma il rosso era assicurato. Infatti per colorare le unghie veniva utilizzato l’henne, la polvere delle foglie di Lawsonia inermis. Il principio colorante è il lawsone che conferisce una tinta rossiccia. Anche oggi si usa l’hennè per tatuaggi e per le tinta dei capelli.
Le leggendarie Nefertiti e Cleopatra, ad esempio, sceglievano 2 gradazioni diverse di hennè, rosso vivo la prima e più tendente al rosso ruggine la seconda. Possiamo dire che non erano propriamente cosmetici vegan perché sia in Egitto che a Roma si usava unire delle gocce di sangue di pecora ed in questo non invidiamo le bellezze dell’epoca. Inoltre, così come in altre civiltà antiche, anche in Egitto il colore dello smalto identificava lo stato sociale o la casta.
Senza matita per le sopracciglia come si faceva?
Certo, questo per molte di noi potrebbe costituire una beauty-tragedia ma gli antichi erano pieni di risorse. Oltre a utilizzare le pinzette per le sopracciglia, erano soliti rimarcare il profilo con un carboncino oppure con un po’ di fuliggine. Il mascara, invece, nell’antica Grecia, era prodotto con il nerofumo derivante dalla legni resinosi bruciati. Questa polvere veniva addizionata all’albume e voilà ciglia extravolume effetto farfalla! Certamente nell’antichità non utilizzavano un make up leggero per gli occhi anzi si trattava di un trucco alquanto pesante che oggi chiameremo dark o gotico.
Il kajal o kohl ha origini antichissime, precedenti agli Egizi. Per ottenerlo mixavano grasso animale, malachite (minerale dal colore verde derivato dal rame e pertanto velenoso), galena (solfato di piombo, alquanto tossico) e stibnite (solfuro di antimonio, minerale dal colore argento). Questo composto, che era non poco tossico, veniva usato come matita contorno occhi ed ombretto da applicare con un apposito pennino in feltro.
Ma quale fard ed autoabbronzante, la tintarella di luna era segno di nobiltà
I canoni estetici odierni sono differenti da quelli antichi. La pelle candida era sinonimo di un ceto sociale alto. Hera, ad esempio, aveva fra gli epiteti più ricorrenti quello di “leucholenos” ossia la dea dalle braccia bianche. Già le ragazze greche erano solite usare una sorta di cipria bianca per uniformare l’incarnato. Si trattava del Psimuthion, ossia una polvere di biacca, il cui ingrediente maggiore è il piombo. Era un cosmetico che avvelenava lentamente il sangue.
Fard, fondotinta, smalto e mascara quando non c’erano, erano sostituiti talvolta anche con intrighi velenosi e tossici.