Fino a poco tempo fa non esistevano test specifici attraverso cui diagnosticare l’Alzheimer in anticipo. Le indagini erano varie ma si arrivava a determinare che una persona era affetta dal morbo escludendo le altre patologie. Queste indagini erano di carattere fisico e mentale.
I passi avanti sono stati tanti negli ultimi anni. Si sarebbe arrivati a esami del sangue e studi delle onde cerebrali con cui poter fare una diagnosi precoce che potrebbe essere determinante nello stabilire la strategia migliore da adottare. Anche i test sulla demenza senile avrebbero fatto passi avanti. Gli ultimi elaborati sarebbero in grado di stabilire una diagnosi su tutte le demenze e non solo sul morbo dell’Alzheimer. La differenza è importante. Quando si parla di morbo si parla di un percorso irreversibile. Demenza è un termine più generico che includerebbe diversi sintomi riguardanti perdita della memoria e delle capacità intellettive.
Cure che latitano
Indice dei contenuti
Si chiama Fastball Eeg e consisterebbe in una visita con cui stabilire quali reazioni cerebrali si hanno nel momento in cui si guardano determinate immagini. Se facciamo questi test e stiamo attenti a come reagisce la nostra memoria, che il morbo potrebbe colpire duramente, possiamo fare dei passi avanti alla ricerca di segnali utili.
L’esame è uno screening di routine con cui indagare in anticipo attraverso il nostro comportamento passivo. Quando ci sottoponiamo allo screening non dobbiamo fare niente se non guardare delle immagini. È il cervello a parlare per noi e dare le indicazioni che i medici cercano.
A questo punto, però, lo sconforto prenderebbe il sopravvento. Perché anche diagnosticando in anticipo un morbo così invalidante, non esisterebbero farmaci per la cura. I medici potrebbero intervenire solo dando indicazioni sullo stile di vita da seguire per la nostra salute e organizzarsi in anticipo per fare in modo che l’impatto sulla vita di paziente e famiglia non sia particolarmente duro.
Facciamo questi test e stiamo attenti ad alcuni sintomi per prevenire questo morbo allontanando la demenza senile
Attraverso un esame del sangue chiamato GFPA si può indagare per seguire le tracce che malattie invalidanti come Parkinson e Alzheimer lasciano durante il loro percorso. Sono tracce che riconducono a una proteina rilasciata nel sangue che potrebbe segnalare un accumulo di beta amiloide nel cervello anticipando quelli che saranno i sintomi del morbo.
I sintomi riguardano spesso perdita della memoria, difficoltà nello svolgere le attività quotidiane, problemi nel linguaggio, disorientamento e disturbi della personalità.
Questo significa che, quando cominciamo a svolgere in maniera differente le nostre mansioni e la nostra ruotine cambia, dobbiamo stare allerta. Perdere interesse e incontrare difficoltà mai avute prima dovrebbe portarci alla richiesta di aiuto presso il medico di fiducia che potrebbe prescrivere visite approfondite. Questi esami di nuova generazione sono meno invasivi, meno costosi e meno dolorosi rispetto a quelli preesistenti.
Lettura consigliata