La tecnologia ha agevolato la nostra vita e ha reso più semplice ciò che prima richiedeva tanto impegno e tempi biblici. Per non parlare dello strumento più utilizzato al Mondo da grandi e piccini e a cui nessuno riesce assolutamente a rinunciare. Ci riferiamo al cellulare, o meglio allo smartphone, che non è soltanto un semplice telefono, ma un vero e proprio pc in miniatura.
Col nostro cellulare possiamo navigare su Internet, comunicare con persone che vivono all’altro capo del Mondo e guardare in tempo reale ciò che vogliamo. Tutto questo ci sembra oggi assolutamente normale, ma se proviamo a ricordare com’era la nostra vita 10 anni fa, ci rendiamo conto degli incredibili cambiamenti. Questi piccoli computer portatili, però, possono anche rivelarsi un’arma a doppio taglio e scopriamo perché.
Facciamo molta attenzione a ciò che scriviamo su WhatsApp perché potremmo rischiare conseguenze penali
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La prima cosa da sottolineare quando parliamo di internet e tecnologia è certamente la privacy. Che sia per curiosità altrui o per semplice ingenuità, le nostre informazioni personali potrebbero finire nelle mani di malintenzionati. Oltre a questo, però, oggi parleremo di un altro problema molto meno conosciuto e di cui si è recentemente occupata la Cassazione.
La questione riguarda i messaggi offensivi pubblicati da un uomo sul suo stato di WhatsApp nei confronti di una donna. In questa circostanza si configura il reato di diffamazione.
La diffamazione, ricordiamo, è un’offesa rivolta a un soggetto assente, in presenza di almeno due persone. Nel caso specifico, i giudici hanno stabilito che se l’uomo non avesse voluto rendere pubblico il suo disprezzo, avrebbe potuto inviare un sms alla donna. Questi, invece, ha preferito scrivere parole non proprio cordiali nel suo stato del cellulare, rendendole note a tutti i suoi contatti.
Occhio ai dettagli
L’epoca storica in cui viviamo ha reso semplice e immediato manifestare le proprie idee attraverso i tanto usati e amati social media. Si tratta del modo migliore per dare a tutti la possibilità di esprimersi liberamente e di rendere concreto il diritto alla libertà di parola.
Come in ogni cosa, però, anche in questo caso bisogna essere cauti. Quindi, facciamo molta attenzione a ciò che scriviamo su WhatsApp perché potremmo rischiare conseguenze penali e pagare cifre esorbitanti. Infatti, pare proprio che l’uomo in questione abbia dovuto pagare un’ammenda di ben 3.000 euro, una cifra certamente degna di nota. E poi, siamo onesti: perché comportarsi in questo modo che potrebbe sembrare un po’ immaturo? Meglio parlare faccia a faccia e cercare di chiarirsi senza farsi del male a vicenda.