Gli ETF non sono più una novità del panorama finanziario generale ma costituiscono invece lo strumento che pian pianino va conquistando maggiori quote di mercato. È allora sacrosanto chiedersi ETF, perché convengono e perché sono vincenti, e di capire in tal modo le ragioni del successo dello strumento.
Cosa sono
La sigla sta per Exchange-Traded Fund ed in sintesi sono dei fondi d’investimento che hanno il solo scopo di replicare l’indice di riferimento a cui si riferiscono. A differenza dei fondi comuni d’investimento hanno una gestione passiva nel senso che seguono il loro benchmark di riferimento: indice, un settore, obbligazioni, etc. Negli ETF infatti l’opera del gestore si limita a verificare la coerenza del fondo con il suo indice ed eventualmente a correggerne il valore in caso di scostamenti. Infine, quotano in Borsa alla stregua di azioni e obbligazioni.
Quali sono i loro punti di forza? I costi su tutto
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I costi. Non c’è dubbio che i costi “esigui” di un ETF in rapporto alla diversificazione che essi consentono di attuare non ha termini di paragone. E che alla lunga vanno a tutto vantaggio dei rendimenti finali di un investitore. Per avere idea dei costi, ci basta dire che il costo medio dei fondi comuni d’investimento è pari al 2,3%, contro un semplice 0,7% medio degli ETF. Una differenza dell’1,6% che in tanti anni fa il primo ricavo sicuro del risparmiatore, perché – come sempre – i primi soldi guadagnati sono quelli risparmiati.
Trasparenza e diversificazione
La trasparenza è indubbiamente il 2° grande vantaggio. Infatti dal kid (Key Information Document) si evince la lista completa dei titoli che il nostro ETF di riferimento contiene al suo interno. Oppure anche dai siti di finanza specializzata, come quello di Borsa Italia. Inoltre poi viene scambiato in Borsa (a mercati aperti) alla stregua si un’azione o di un’obbligazione e quindi si può sempre sapere il suo prezzo. Sono abbastanza liquidi e quindi negoziabili facilmente, al netto delle ovvie divergenze di spread tra denaro e lettera.
La diversificazione spaventosa del proprio investimento su più strumenti in una sola operazione è un altro asso del prodotto. “Diversificare” è infatti il primo comandamento dell’investitore consapevole. Esempio: se abbiamo €10.000 ci conviene esporci integralmente sull’andamento di 1 solo titolo di Borsa oppure all’intero suo indice di riferimento? Sicuramente la seconda: una singola azienda può infatti fallire, ma l’intero suo mercato quasi certamente no (tranne se non giunge la fine del mondo).
ETF e fondi comuni d’investimento
Evidenti, quindi, i vantaggi degli ETF, perché convengono e perché sono vincenti. Essi si discostano dai “cugini” fondi comuni d’investimento per molte ragioni. Una di esse è risponde (abbiamo visto) al nome di gestione passiva (gli ETF) mentre gli altri sono di tipo attivo. Ma anche costi e rendimenti pendono dalla parte dei fondi passivi .
Certo, non tutti gli ETF sono uguali: prima informarsi dettagliatamente sul prodotto si nutre interesse, suoi pregi e suoi rischi. Ad esempio il rischio cambio e il rischio emittente (cioè la società che li propone al pubblico).