Da alcuni mesi l’Italia è sotto la lente di ingrandimento di istituzioni internazionali ed estere, competenti ad esprimere giudizi finanziari sulla situazione del Paese. Dapprima le agenzie di rating, poi il Consiglio dell’UE. In particolare, quest’ultimo si è occupato di analizzare i saldi di bilancio della manovra finanziaria. Vediamo com’è andata e se esiste il rischio di una manovra correttiva per l’Italia.
Le agenzie di rating
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Le agenzie di rating hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sul nostro Paese. Da ultima si è espressa quella, il cui giudizio era più temuto, Moody’s.
Tutte le agenzie hanno mantenuto il loro rating e proprio Moody’s ha invece migliorato l’outlook, ossia le previsioni di medio termine sulla situazione finanziaria.
Il giudizio dell’UE
Ma anche il giudizio dell’UE era temuto. Si tratta di una valutazione più specificamente rivolta alla legge finanziaria. Il rischio è sempre quello di una bocciatura, tale da comportare una eventuale manovra correttiva di bilancio, per rientrare nei parametri europei. E. qualora non si ottemperi, il conseguente, successivo rischio è quello di una procedura d’infrazione che comporterebbe anche una sanzione pecuniaria.
Nel nostro caso sarebbe improbo per l’Esecutivo in carica dover stringere ancora di più i cordoni della borsa, come si suol dire. Anche perché il Governo dovrebbe smentire la propria impostazione di fondo, contraria a inasprire la pressione fiscale e a misure economiche avverse alla crescita economica.
Anche se solitamente il metodo più veloce per rientrare in certi parametri è invece proprio quello di incrementare la pressione fiscale.
Ma il commissario Gentiloni ha espresso una risposta chiara. Non viene richiesta alcuna manovra correttiva.
Il senso, quindi, del giudizio UE è il seguente:
la manovra viene approvata, ma con riserva. Quindi, non esiste il rischio di una manovra correttiva per l’Italia?
In pratica, non si richiedono specifiche misure correttive, ma si andrà a valutare prossimamente l’evoluzione dinamica della situazione italiana, per verificare se l’impatto complessivo sui conti pubblici possa stabilizzare la situazione. L’incertezza riguarda sopratutto le misure potenzialmente espansive contenute in manovra, come il taglio del cuneo e la revisione delle aliquote fiscali. Avranno un impatto economico sufficiente per far crescere il PIL in misura tale, da far rientrare i conti pubblici entro determinati parametri?
Solo qualora vi fosse un impatto non sufficiente, potrebbe aprirsi la necessità di una vera e propria correzione. Ma anche in questo caso non è detto.
L’Esecutivo, ad esempio, nell’ambito delle misure contenute nella riforma fiscale, introiterà flussi provenienti dalla global minimum tax, forma di imposizione fiscale nei confronti dei giganti del web. E questi introiti potrebbero contribuire, secondo talune stime, a far rientrare i conti pubblici entro determinati parametri.
In buona sostanza, infatti, anche il giudizio sospensivo, da parte UE, è collegato all’incertezza sugli effetti macroeconomici che le misure intraprese potrebbero avere.
In tal senso ecco spiegata la frase di Gentiloni. L’Italia si tenga pronta per eventuali misure, ma solo se l’effetto macro di quelle già adottate risulti poi insufficiente.
Prospettive economiche e politiche
Complessivamente, sia la situazione economica, che i conti pubblici italiani, sono stati valutati in un quadro di consolidamento e possibile rilancio dell’economia del Paese. In particolare, pare sia stata apprezzata una certa prudenza nell’elaborazione della legge finanziaria.
Le incertezze che riguardano le proiezioni future, sono da ricollegare alla difficoltà, d’altra parte sempre presente, nell’elaborare precise stime relative all’effetto macro di determinate misure.
Peraltro occorre osservare che il giudizio nei confronti dell’Italia è analogo a quello relativo a diversi altri Paesi UE.
Sopratutto considerando che financo un Paese come la Francia, invece, è stato bocciato.
Esiste il rischio di una manovra correttiva per l’Italia? Una risposta semplice e conseguenti scenari economici e politici. Conclusioni
Complessivamente, siamo di fronte a giudizi di merito decisamente migliori, rispetto a quelli che potevamo attenderci anche solo qualche mese fa.
Una nota finale riguarda alcune possibili motivazioni, relative al giudizio UE sulla finanziaria.
Probabilmente l’UE si sta rendendo conto che anche situazioni esogene, come i conflitti sul fronte ucraino ed il Medio Oriente, non sono da considerare poi così diversamente dal Covid.
E, come tale situazione esogena ha giustificato la sospensione del Patto di stabilità, parimenti l’attuale contesto geoeconomico e geopolitico, potrebbero essere il presupposto, se non per un nuovo rinvio del suo ripristino, quanto meno per una decisa revisione dei suoi parametri fondativi.
Sopratutto considerando che la tradizionale impostazione, all’insegna di una certa austerity, rischia pur sempre, comunque, di conseguire effetti prociclici. Impedendo, in tal modo, la permanenza del PIL su livelli tali, da consentire poi di rientrare effettivamente nei parametri, imposti dal medesimo Patto.
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