Poco più avanti di San Pietro, tra il rione Borgo e il rione Prati, proprio a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele, a Roma c’è un posto meraviglioso.
Questo edificio ha una storia antichissima che nel corso degli anni lo ha condotto ad avere funzioni e caratteristiche diverse. Oggi è un museo che possiamo visitare e che rende le sponde del Tevere meravigliose. Questo grazie anche al bellissimo ponte che ci permette di raggiungerlo con le statue degli angeli. Stiamo parlando di Castel Sant’Angelo.
Entrando nei sotterranei di questo luogo d’arte a Roma ci sembrerà di essere i protagonisti di una serie TV fantasy
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Detto anche Mausoleo di Adriano, questa struttura nasce tra il 130 e il 139 d. C. proprio con questa funzione: essere la tomba dell’imperatore Adriano. Adriano chiede all’architetto Demetrio di costruirlo seguendo l’esempio del Mausoleo di Augusto ma con delle dimensioni ancora più grandi.
Nel 403 l’imperatore di Occidente Onorio lo ingloba nelle Mura Aureliane a seguito di vari lavori e gli fa perdere la funzione originaria di sepolcro. A questo punto diventò una costruzione fortificata di difesa lungo il Tevere, che salvò i Romani anche dal Sacco di Alarico del 410. Prese così l’accezione di Castellum.
Dopo il 1200 Papa Nicolo III decise di trasferire qui la sede del Palazzo Apostolico che si trovava a San Giovanni in Laterano, vista la vicinanza da San Pietro. Dopo una distruzione tremenda, l’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio si occupò dei lavori di fortificazione e restauro, e creò i quattro bastioni che gli danno la forma di un pentagono, dedicati agli Evangelisti.
Questa fortificazione moderna salvò Papa Clemente VII dal sacco dei Lanzichenecchi del 1527.
Suggestiva la visita alle prigioni in cui furono incarcerati e morirono molti detenuti
Ma la cosa più incredibile di questo posto sono le sue prigioni. Entrando nei sotterranei di questo luogo d’arte a Roma ci sembrerà di essere i protagonisti di una serie TV fantasy. Nella parte inferiore del Cortile del Pozzo si trovano le celle riservate a personaggi di riguardo tra cui Benvenuto Cellini, che tentò anche di evadere. Questo cortile inoltre possiede una serie di vani, chiamati “le secrete” di Castel Sant’Angelo. Tra archi, corridoi e porte piccolissime, si arriva a delle celle buie e strette con le inferriate che danno sul cortile.
Sul Giretto di Pio IV si trovano le undici celle per i prigionieri politici. E poi quella più malfamata e tremenda, la cella detta di San Marocco o Sammalò, dietro il bastione dedicato a San Marco. Il condannato veniva calato dall’alto all’interno di questo spazio stretto e angusto dove non riusciva neanche a muoversi. La tortura era quella di non poter stare né seduto né sdraiato. Dalle prigioni guardando verso la torre centrale si può scorgere la tremenda Scala della Giustizia, da cui venivano lette le condanne atroci per i poveretti.
L’insieme di scale e passaggi, che collegano i vari bastioni e i piani di questo maestoso edificio, sono tutte in muratura e illuminate da piccole torce quando la luce si abbassa. La sensazione che si prova ad attraversare queste strade, con i sassi antichi e i muri umidi, è quella di essere in un episodio di Game of Thrones. Sembra di sentire ancora le urla dei prigionieri. Un’esperienza mozzafiato che chi è in visita a Roma non deve perdersi assolutamente.