In uno scenario in cui il prezzo dell’energia non accenna a diminuire, si inserisce un’ulteriore novità: si tratta dell’introduzione dei Prezzi Zonali, che andranno a sostituire il PUN. E già si temono ripercussioni in bolletta.
Il costo dell’energia è in costante rialzo, e non è un mistero che famiglie e imprese fatichino sempre di più ad ammortizzare gli aumenti. Le cause sono diverse e com’è noto il mercato sta rispondendo a conflitti geopolitici e alla transizione green. Oltre a questi fattori, però, ce ne sono altri: il costo per gli operatori inerente alla produzione di Co2, che si concretizza in tariffe maggiorate pagate dai consumatori, e dal prossimo anno anche il passaggio dal PUN ai Prezzi Zonali.
Cos’è il PUN e cosa cambia dal 1 gennaio 2025
Indice dei contenuti
PUN è l’acronimo di Prezzo Unico Nazionale e si riferisce all’energia elettrica. Si tratta di un valore che viene preso a riferimento durante la compravendita di energia da parte dei produttori e fornitori. Il PUN può variare, salendo o scendendo, in base a svariati fattori tra cui i momenti di maggior richiesta e/o difficoltà di produzione. Questo valore incide ovviamente anche sulle bollette finali dei consumatori.
L’andamento del PUN, fino ad oggi, veniva calcolato in base ai movimenti della Borsa Elettrica Italiana (IPEX), nata nel 2024 con lo scopo di rendere il mercato dell’energia più trasparente e competitivo. Dal 1 gennaio 2025, però, i Prezzi Zonali andranno a sostituire il PUN, e alcuni esperti lanciano l’allarme: molte Regioni italiane potrebbero trovarsi di fronte ad aumenti “pazzi”.
Cosa sono i Prezzi Zonali?
Se il PUN è un valore applicato in tutto il territorio nazionale, viene spontaneo comprendere che i Prezzi Zonali terranno conto di altri fattori nella determinazione dei costi di produzione/trasmissione dell’energia. L’avvio dei Prezzi Zonali deriva dalle indicazioni del Dlgs. 9/12/2023 n. 181, Art. 19 comma 4-ter, che è stato poi attuato nel 2024 dal Decreto MASE.
Lo scopo è quello di adeguarsi in primis alle direttive degli altri Stati Membri, ma anche di garantire una gestione più efficiente delle risorse a livello locale nonché incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili. Non da ultimo, tenere in considerazione i fattori climatici che variano, ovviamente, da territorio a territorio. Sono state infatti individuate 7 zone, e più precisamente la Zona Nord, la Zona Centro Nord, la Zona Centro Sud e poi Calabria, Sardegna e Sicilia.
Arrivano ulteriori aumenti in Bolletta? I timori non tanto infondati
Al momento si ipotizzano rincari fino al 30% per quanto riguarda i prezzi della Luce e del Gas. Secondo una recente indagine di Facile.it le famiglie italiane nel 2025 potrebbero dover sborsare in media 270 euro in più. Non si sa, però, se questa indagine abbia considerato l’avvio dei Prezzi Zonali. Di fatto, si tratterà di un possibile aumento che va a sommarsi a quelli degli ultimi due semestri e che sicuramente metterà in difficoltà i budget di cittadini e imprese. A questo si aggiunge l’incognita dei Prezzi Zonali.
Le tariffe più convenienti, infatti, si concretizzeranno in quelle Regioni che riusciranno ad acquistare meno energia possibile al di fuori del proprio territorio. Le zone che hanno già ridotto l’utilizzo di fonti fossili e hanno investito in produzione di energia rinnovabile potranno dunque garantire bollette più basse. Al contrario, nelle Regioni in cui si sono effettuati minori investimenti in energie sostenibili si potranno vedere incrementi anche consistenti.
Il dato positivo è che questo passaggio da PUN a Prezzi Zonali non sarà immediato; probabilmente ci vorrà tutto il 2025 per vederne gli effetti e i risultati. L’obiettivo è comunque quello di premiare l’utilizzo di fonti rinnovabili e abbattere le emissioni di Co2. La speranza, che il costo di questo obiettivo non si riversi esclusivamente nelle tasche degli italiani.