L’inflazione morde pesantemente i risparmi al punto tale per cui l’idea di restare liquidi spesso si rivela come la più infelice tra le disponibili sul campo. Altrettanto legittimo è anche il dubbio di chi ha paura di fare il classico passo più lungo della gamba o, più semplicemente, “di sbagliare”. Termine alquanto vago che in soldoni nasconde la paura di perdere il capitale iniziale, in tutto o in parte. Ma ecco un modo per guadagnare il 5% annuo.
Torniamo ancora agli investimenti e ai pericoli,perchè si tratta tuttavia di una paura relativamente esagerata. I mercati finanziari pullulano di strumenti di investimento in cui la certezza del capitale (a scadenza o prima) è il loro punto di forza. Pensiamo ad esempio ai titoli di Stato (a scadenza) o ai buoni fruttiferi postali (abbiamo già visto quali sono i 5 migliori di aprile 2023). Ancora, ai certificati di deposito, alle polizze finanziarie di matrice assicurativa o ai più comuni conti deposito. A quest’ultimo riguardo ecco un modo per guadagnare il 5% annuo senza investire nel BTP Italia o in titoli di Stato. Per chi, invece, punta ai rendimenti stellari, alcune operazioni immobiliari sono davvero da applausi.
Cos’è il conto deposito?
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Sebbene a volte lo si confonda bonariamente con il conto corrente, il conto deposito (CD) è un prodotto finanziario distinto dal primo. Il c/c è un formidabile strumento di pagamento utile per gestire il denaro in entrata e in uscita. Tuttavia, spesso è infruttifero per cui si rivela inefficace (oltre che perdente) come strumento d’investimento.
Di contro il CD ha funzionalità molto più ridotte del primo mentre remunera a dovere i risparmi ivi confluiti. In altri termini è uno speciale rapporto tra cliente e banca in cui il primo deposita i risparmi eccedenti le sue esigenze e il secondo gli riconosce un interesse attivo. In questo caso il c/c funge da conto d’appoggio per la movimentazione delle somme in entrata e in uscita verso il CD.
Nella misura in cui l’intermediario aderisce al FITD (o altro organismo similare), i soldi confluiti sul CD sono garantiti fino a 100mila €.
Quanto rende un conto deposito?
Oltre alla certezza del capitale, al risparmiatore interessa sapere principalmente quali sono i costi e i rendimenti associati al prodotto.
Quanto ai primi, i CD solitamente non hanno costi di sottoscrizione, gestione e rimborso finale. Fanno eccezione le spese di natura fiscale, cioè quello che bisogna versare al Fisco. Qui abbiamo la ritenuta fiscale del 26% sugli interessi attivi e l’imposta di bollo del 2X1.000 sul capitale depositato. A quest’ultimo riguardo, sul mercato non mancano intermediari che la versano al posto del cliente (per tutta o parte della durata del deposito).
I rendimenti dipendono da strumento a strumento ma bene o male sono allineati a due parametri: il tempo e la presenza o meno del vincolo. I CD vincolati sono più remunerativi di quelli liberi e rendono di più (tutti, liberi e non) all’aumentare del tempo del deposito. Sul mercato vi sono poi operatori che li liquidano in anticipo o al termine o a scadenze prestabilite e già note in partenza.
Il resto dipende poi dalle eventuali promozioni speciali (specie nel caso di nuova liquidità e/o nuovi clienti) adottate dall’intermediario di turno.
Ecco un modo per guadagnare il 5% annuo senza investire nel BTP Italia o in titoli di Stato
Ad esempio da giorni è disponibile sul mercato lo Smart Deposit 5X5 di Smart Bank*. Si tratta di un CD vincolato della durata di 60 mesi, 5 anni, che rende il 5% lordo annuo (interessi liquidati a cadenza annuale), il 3,70% effettivo. Il conto è senza spese e si apre online, mentre i depositi sono protetti dal FITD fino a 100mila €.
L’intermediario consente inoltre di richiedere, anche prima della scadenza, un anticipo del deposito effettuato. La quota di capitale richiesta non può eccedere la soglia dell’80% dei soldi versati, mentre l’interesse continua a maturare sull’intero ammontare di partenza.
Insomma, un discreto rendimento per chi cerca un parcheggio della liquidità a medio termine sul reddito fisso. Oppure potrebbe rappresentare una potenziale alternativa ai titoli di Stato come il BTP Italia, per esempio. Qui lo Stato Italiano s’impegna al rimborso del capitale a scadenza e paga delle buone cedole semestrali grazie all’inflazione monstre degli ultimi mesi.
Ancora, abbiamo già visto 2 BTP con cedole nominali lorde al 5% ma con quotazioni sopra cento, con rendimento netto effettivo annuo sul 3 e mezzo per cento circa. Questi bond tuttavia hanno una durata decisamente maggiore del CD di cui sopra ma godono di una fiscalità di vantaggio (ritenuta del 12,50% per tutti i titoli di Stato).
(*n.d.r. si potranno trovare tutte le altre eventuali direttamente sui siti delle società indicate. Proiezionidiborsa riporta soltanto a titolo gratuito l’informazione. Nessun altro significato va dato a questo articolo oltre la mera informazione come da Avvertenze riportate sul sito)