L’ondata di vendite che sta interessando i titoli di Stato offre interessanti opportunità di investimento sul medio-lungo termine. Certo, siamo ancora distanti dai guadagni che essi offrivano fino a qualche anno fa. Inoltre l’inflazione alle stelle degli ultimi mesi fa sì che i rendimenti reali risultino spesso negativi.
Tuttavia, per chi ha scarsa propensione al rischio, poche pretese e cerca la garanzia del capitale a scadenza, qualche valutazione è possibile farla. Si pensi al caso del BTP Tf 0,90%, aprile 2031: ecco un BTP per chi ha ereditato soldi e cerca un parcheggio di lungo termine a rischi contenuti.
Qualche occasione in più, invece, sussiste per chi ha adeguata preparazione e riesce a speculare anche sui prezzi, oltre alle cedole. Al riguardo abbiamo visto il caso di 2 BTP con cedola al 5,75% e al 6% i cui prezzi si sono sgonfiati nelle ultime settimane.
Un possibile investimento sui titoli di Stato
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Torniamo dunque al BTP con durata residua di quasi 9 anni. Il riferimento è al bond con codice ISIN IT0005422891, emesso dal Tesoro il 1° ottobre 2020 e con scadenza al 1° aprile 2031 (anni residui: 9,14). La cedola lorda annua è dello 0,90% (0,7875% netto), staccata al 1° aprile e al 1° ottobre di ogni anno fino a scadenza (0,45% lordo e 0,39375% netto).
Si tratta dunque di interessi molto risicati se paragonati all’attuale costo della vita. Tuttavia, accanto alla cedola nominale si unisce anche l’extra guadagno a scadenza. Ieri il bond ha chiuso a 93,20 centesimi, una quotazione ampiamente sotto cento.
Ecco un BTP per chi ha ereditato soldi in banca e cerca un investimento sicuro al 100% a scadenza
L’attuale prezzo di mercato, quindi, aumenta il potenziale guadagno complessivo. Spalmando l’extra guadagno finale lungo la vita residua del bond, otteniamo un rendimento effettivo netto annuo pari a circa l’1,52%.
Immaginiamo di aver ereditato 10mila euro negli ultimi mesi e di volerli investire sullo strumento fino a scadenza: quanto guadagneremmo? Al netto dell’aliquota fiscale (12,50%) e le commissioni all’intermediario, all’incirca 1.350 euro. Può definirsi un guadagno “interessante”?
Se lo consideriamo in base all’inflazione di gennaio (4,8%), otteniamo un rendimento reale negativo. Al guadagno lordo, infatti, dobbiamo sottrarre non solo le tasse e le commissioni ma anche l’inflazione.
Il rendimento reale di questo BTP (e degli altri strumenti) dipenderà tutto dal tasso d’inflazione medio dei prossimi 9 anni.
Le 3 domande da porsi
Le domande da porsi prima di un investimento, quindi, sono altre:
- qual è il mio orizzonte temporale?
- qual è il mio obiettivo (difesa del potere d’acquisto o intento di guadagnare?);
- qual è la mia propensione al rischio?
Il nostro BTP potrebbe mantenere inalterato nel tempo il potere d’acquisto dei soldi ereditati solo a una condizione. Ossia che l’inflazione crolli al di sotto del rendimento effettivo netto a scadenza. In caso contrario potrebbe rivelarsi un prodotto utile per attenuare le perdite (in termini di potere d’acquisto) rispetto alla giacenza in conto.
In compenso lo strumento offre la certezza del capitale (solo) a scadenza, grazie alla garanzia dello Stato presente su buoni fruttiferi e titoli di Stato.
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