La ricerca di rendimenti interessanti sul reddito fisso si fa sempre più ardua per il piccolo risparmiatore. Malgrado l’inflazione alle stelle, i tassi non decollano. Il risultato è che spesso i rendimenti reali, cioè al netto di tasse, commissioni e inflazione, risultano negativi.
Abbiamo già risposto ai Lettori che chiedevano se l’affare (all’acquisto) sui titoli di Stato sarebbe giunto prima o dopo il rialzo dei tassi BCE. In questa sede, invece, consideriamo due BTP in un certo senso accomunati da un 9%. Più precisamente, ecco un BTP con cedola al 9% e un BTP con extra rendimento a scadenza del 9%.
Vediamo quali sono i 2 titoli in questione e a quali profili di risparmiatori potrebbero risultare più adatti.
Il BTP con cedola lorda al 9%
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L’obbligazione con cedola nominale più ricca del momento è quella con codice ISIN IT0000366655, emessa il 1° novembre 1993. Si tratta di un titolo trentennale che scadrà tra 1 anno e 9 mesi circa (tecnicamente: 1,76 anni).
Sebbene la cedola lorda sia pari al 9%, al momento in cui scriviamo il bond scambia a mercato a circa 116,28 centesimi. Il rendimento netto a scadenza, quindi, è negativo e pari al –0,17% (rendimento totale pari a circa il –0,299%). Se aggiungiamo anche i costi della compravendita del titolo, il saldo finale è ancora più deludente.
Tuttavia, il titolo gode di buoni volumi di scambi sul mercato malgrado sia diretto verso il valore di rimborso 100. La ragione è da ricondurre al fatto che il bond si presta bene al trading intraday. La convenienza su questo titolo, pertanto, si limita ai daytrader e agli acquirenti della prima ora.
Il bond Matusalemme
Il secondo riferimento è al bond Matusalemme (ISIN IT0005441883) con scadenza marzo 2072. Partiamo subito dicendo che la scadenza così lunga lo rende un bond speculativo, forse quanto un’azione di Borsa. La duration modificata, per esempio, è pari al 29,05.
La cedola lorda annua è del 2,15% (1,88% netto), mentre lo stacco cedola (1,075% lordo) avviene al 1° marzo e al 1° settembre di ogni anno. Ieri, al termine delle contrattazioni, il bond ha chiuso a 91,79, con un extra rendimento a scadenza del +8,94%.
Sulla stessa falsariga, ma con una durata residua decisamente più corta, quest’altro bond offre a scadenza quasi il 7,46%, oltre al flusso cedolare.
Ecco un BTP con cedola al 9% e un BTP con extra rendimento a scadenza del 9%
Come per il primo bond, l’approccio del piccolo risparmiatore a questi titoli deve essere molto prudente. Tuttavia, questa raccomandazione vale per tutti gli strumenti finanziari in generale, nessuno escluso.
In particolare, l’extra guadagno del bond Matusalemme deve essere ponderato con l’alto rischio legato alla sua durata. Il BTP, quindi, non sarebbe adatto all’investitore privo di propensione al rischio.
Tuttavia, considerato in ottica di medio-lungo termine (qualche anno), il bond potrebbe regalare qualche piccola soddisfazione. A patto, però, di escludere categoricamente la classica logica dell’all-in. Accanto al tempo, infatti, l’altra parola magica risponde al nome di “massima diversificazione” del portafoglio.
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