Una situazione che riguarda il più delle volte la madre, ma che non esclude certo il padre è quella delle dimissioni dal lavoro in caso di nuova genitorialità. Dimettersi dal lavoro per accudire un nuovo figlio è una cosa assai comune e molti non sanno che possono godere di alcuni vantaggi che non riguardano gli altri lavoratori.
Ci sono però dei passaggi burocratici da effettuare per poter godere di alcune agevolazioni in materia di lavoro o di evitare penalizzazioni e tagli di stipendio o ammortizzatori. Ma di che agevolazioni si tratta e cosa dovrebbero fare i genitori lavoratori? Ecco tutti i vantaggi del lavoratore genitore che decide di dedicarsi al figlio sacrificando la carriera.
Le dimissioni da parte dei lavoratori
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Si tratta di una scelta di vita, ovvero di un autentico bivio quello a cui sono assoggettati i lavoratori che diventano genitori. Lavoro o famiglia, questa la scelta che spesso ha nella seconda opzione quella più usata. Un lavoratore (più spesso una lavoratrice), per scelta di vita, non appena arriva un figlio può decidere di dare le dimissioni. Ed in questo caso, al contrario di ciò che accade alla generalità dei lavoratori dipendenti, le dimissioni non sono vincolanti nei confronti della NASPI. Infatti per l’indennità di disoccupazione INPS, le dimissioni volontarie sono un limite. Chi si dimette dal posto di lavoro non ha diritto alla NASPI.
Se le dimissioni sono per giusta causa invece, il diritto all’indennità non si perde. E non si perde nemmeno per le dimissioni date dal lavoratore neo genitore. Ma per evitare che un datore di lavoro spinga il lavoratore a dimettersi celando così la volontà dell’azienda di disfarsene lavorativamente parlando, queste dimissioni vanno convalidate.
Ecco tutti i vantaggi del lavoratore genitore, ma solo con dimissioni convalidate
Occorre convalidare le dimissioni presso l’Ispettorato del Lavoro. Una prassi che riguarda anche le dimissioni per giusta causa. Infatti è la Direzione del Lavoro territorialmente competente l’ente a cui il diretto interessato deve rivolgersi. Ed è l’ente che deve convalidare le dimissioni. Tali dimissioni possono riguardare una madre già durante la gravidanza. Ma anche una madre o padre entro i primi tre anni di vita del bambino (o i primi tre anni di ingresso in famiglia nel caso di affido o adozione). Queste tempistiche sono quelle utili alla convalida naturalmente.
La domanda di richiesta di convalida all’Ispettorato del Lavoro con allegata la lettera di dimissioni, può essere consegnata a mano agli uffici della direzione territoriale del lavoro. Oppure inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. A seguito della richiesta, l’interessato viene convocato negli uffici territoriali della Direzione Territoriale del Lavoro che verifica se le dimissioni sono reali. Ed in 45 giorni di tempo la convalida può essere così ottenuta. Oltre alla NASPI che è perfettamente fruibile a convalida delle dimissioni ottenuta dal genitore lavoratore, c’è anche il diritto a non dare il preavviso di dimissioni al datore di lavoro, e cioè senza subire la penalizzazione per mancato preavviso.