L’uomo rimane ancora, nonostante l’evoluzione e la completezza degli studi, un parziale mistero. Alcuni meccanismi non finiscono di stupire. Tra questi c’è l’atto dello sbadiglio, una vera e propria costante nella nostra vita e di quella di molti animali. Non siamo infatti gli unici a compierlo, visto che anche gatti, cani, pesci, topi e serpenti ci accompagnano in questo. Solo gli uomini e gli scimpanzé, però, lo fanno in maniera contagiosa.
Molti nemmeno si chiedono la ragione di questo, quasi dandolo per scontato. Ma nel mondo che ci circonda nulla è privo di senso. Basti pensare alla ragione per la quale guidiamo a destra invece che a sinistra. Oppure ancora al perché le bottiglie del vino hanno una capienza da 75 cl invece che da un litro o da mezzo litro.
Certo, in questo caso si tratta pur sempre di un gesto naturale, pur dal valore sociale piuttosto elevato. Così, se la spiegazione del perché starnutiamo è difficilmente sintetizzabile visto che è riconducibile ad una pluralità di motivi, più facile è parlare del meccanismo e della logica che guidano la ripetizione del gesto. Così ecco svelato perché spesso sbadigliamo quando vediamo compiere questo gesto.
Una spiegazione fisiologica e non solo sociale
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Materialmente, quando sbadigliamo, l’organismo applica una risposta autonoma alla necessità di ossigeno. Cioè, con una respirazione più intensa, fa allargare gli alveoli polmonari, facendo così giungere una maggiore quantità di ossigeno al posto dell’anidride carbonica. In base a questa semplice motivazione, lo sbadiglio diventa più frequente quando di sera ci riuniamo in stanze con poco ricircolo d’aria. Infatti, all’affaticamento delle persone si unisce la necessità di immagazzinare più ossigeno.
Secondo vari studi, poi, alcune categorie di persone sbadigliano di meno in maniera contagiosa. Tra questi sembrerebbero rientrare gli anziani, le persone autistiche e gli estranei. Per questo motivo le ricerche correlano la contagiosità del respiro a fattori quali l’età, l’approfondimento empatico e il grado di familiarità con la persona che sbadiglia. Infatti, tramite l’attività dei cosiddetti neuroni a specchio, le persone attuano un meccanismo di imitazione, non molto dissimile da quello così essenziale sia nella fase educativa (apprendere dai gesti altrui) che in quella sociale (partecipare alla società anche tramite forme di comunicazione non verbale).
Ecco svelato perché spesso sbadigliamo quando vediamo gli altri sbadigliare
Queste ragioni sembrano spiegare gran parte dei fenomeni. Talvolta però la motivazione sembra essere ancora un’altra. Infatti, capita che per sbadigliare non sia neppure necessario vedere dal vivo una persona per ripetere il gesto. Può bastare fissare un’immagine che lo rappresenti, o anche semplicemente farsi catturare dal pensiero. È così probabile che in molti, leggendo questo articolo, sbadiglino pur non ritenendolo di per sé noioso. Semplicemente capita perché stanno pensando agli sbadigli.
Così la scienza sta proseguendo gli studi su questi particolari dell’ambito comportamentale per spiegare quelle situazioni in cui il gesto non trova fondamento nella familiarità con lo sbadigliante oppure nel meccanismo di apprendimento e imitazione dei neuroni specchio. Così, si sta studiando l’apporto di ulteriori cause, quali predisposizione ereditaria e condizionamenti genetici.
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