Noi italiani siamo un popolo per alcuni aspetti molto tradizionalista. Digeriamo le novità senza fretta, specie quando si tratta di piaceri molto diffusi e inveterati. Pensiamo ad una buona bottiglia di vino. In molti da piccoli ricorderanno quando i contadini in paese lo vendemmiavano con grandi feste. O magari hanno anche partecipato personalmente alla pigiatura. Eppure il vino, come tutto d’altronde, per raggiungere alti standard di perfezione ha bisogno di un continuo aggiornamento. Sono fondamentali gli studi per garantirne la più alta efficienza e resa.
Così a ben vedere presenta un’evoluzione sempre costante in tema non solo grafico, ma anche biologico e organolettico. Forse solo la bottiglia da 75 cl è rimasta intatta da questa evoluzione costante. Ma d’altronde la ragione per la quale il formato non è da un litro e nemmeno da mezzo litro è molto profonda.
I più attenti consumatori si saranno accorti che una tendenza internazionale molto diffusa è quella dell’impiego sempre più diffuso del tappo a vite.
Una tendenza che presenta notevoli vantaggi
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Anche in Italia si sta allargando il fronte di quanti lo impiegano, nonostante non sempre il consumatore italiano lo veda di buon occhio. La ragione è ancora che lo associa ad un prodotto di scarsa qualità. Forse questo aspetto meriterebbe un approfondimento ulteriore. Così ecco svelato perché sempre più bottiglie di vino adottano questa soluzione. Molti esperti parlano degli evidenti vantaggi.
Partiamo da una delle più decisive argomentazioni, quella del sapore. Il tappo a vite sarebbe una garanzia per il mantenimento inalterato delle condizioni organolettiche del vino. Questo avviene tanto nella fase precedente all’apertura, che durante la stessa.
Richiudere una bottiglia avviata con un tappo di sughero causa il passaggio di un quantitativo maggiore di aria. Possiamo peraltro conservare le bottiglie, con questo genere di soluzione, senza doverle tenere per orizzontale. Non servirebbe a nulla d’altronde umidificare la superficie del tappo.
Ecco svelato perché sempre più bottiglie di vino hanno il tappo a vite anziché quello di sughero
Con questa soluzione si azzerano anche i rischi che il sapore del vino venga influenzato dalla componente organica del sughero. Questo porta alcune conseguenze positive, ed altre negative. In sintesi, annulleremo il rischio del sentore di tappo in una bottiglia con questa soluzione. Crolla il rischio di un problema che certo potrebbe rovinarci l’esperienza.
D’altro canto, il vino contenuto nella bottiglia non vivrà un’evoluzione, aspetto questo che viene volutamente ricercato dai vini dotati di un retrogusto intenso e adatti all’invecchiamento. Tra questi ci sono alcuni grandi classici come l’Amarone o il Sagrantino di Montefalco.
Sarà dunque opportuno distinguere. Il tappo a vite, che sia quello di plastica o di alluminio, non è indice di una peggiore qualità. Per i vini giovani anzi rappresenta una notevole risorsa per la capacità di non alterare il sapore. Peraltro l’impiego di questo tappo significa una minore aggiunta di zolfo. Una scelta questa che taluni apprezzano.
Per i vini da invecchiamento, invece, il tappo di sughero garantirebbe notevoli risorse in tema di evoluzione. E di certo consente il mantenimento di un cerimoniale allettante: quello dell’apertura con cavatappi e dell’inconfondibile e amato suono legato all’apertura.
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