Il vintage è un trend che negli ultimi anni è di gran moda. Lo stile retrò e iconico, rappresentato da alcuni capi di vestiario, è tornato protagonista del guardaroba di ognuno. I mercatini vintage e i punti di rivendita specializzati, hanno iniziato a popolare le vie delle città. Più che di moda, si tratta di un vero e proprio stile di vita.
Comprare abiti vintage permette, a un costo accessibile, di esprimere un gusto personale fuori da stereotipi. Ognuno, varcando la soglia di questi negozi, ha la possibilità di acquistare pezzi unici e di alta qualità.
Inoltre l’acquisto di questi capi permette di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Il riutilizzo di abiti, che altrimenti andrebbero buttati, permette di diminuire innumerevoli sprechi.
Oggetti ancora in perfetto stato di conservazione, spesso di ottima qualità, vengono così restituiti a nuova vita.
Ecco svelati i dettagli e i segreti che permettono di acquistare capi vintage originali e di ottima qualità.
Come riconoscere un vintage
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Possono classificarsi con capi vintage, tutti quei vestiti che appartengono agli anni compresi tra i ’20 e i ’90. Non bisogna però confondere il vintage con l’usato. Per indumenti vintage s’intendono creazioni che hanno segnato la storia della moda e si sono resi manifesto di una certa decade. Pezzi unici e irriproducibili, che sono stati prodotti di punta d’intere generazioni. Non è quindi l’antichità del capo a renderlo prezioso ma la sua unicità.
Ciò non significa che l’oggetto non possa aver subito aggiustamenti, ma non deve essere stato in alcun modo cambiato nella sua essenza.
Tutto ciò che si discosta da queste linee generali non può essere considerato vintage.
I dettagli che permettono di riconoscere un capo vintage di qualità
La presenza dell’etichetta è uno di quei dettagli che aumenta il valore dell’indumento stesso. Altro passaggio fondamentale, per capire se ci si trova davanti a un autentico vintage, è osservare con attenzione bottoni e cerniere.
In base agli anni di produzione, i materiali variano:
- gli anni ’20, si riconoscono dai bottoni in resina naturale, in metallo o in plastica di vetro;
- gli anni ’30, sono individuabili per la mancanza di cerniere.
Queste non venivano approvate dalla chiesa in quanto troppo facili da aprire. Qualora fossero presenti, per essere originali, devono essere laterali;
- negli anni ’40 invece i bottoni erano in metallo o in legno dipinti a mano;
- nei ’50, scompaiono del tutto, posizionandosi sul retro del vestito;
- la decade dei ’60, si riconosce dai grandi bottoni con logo dell’azienda o dai bottoni gioiello.
Altro dettaglio interessante è il tessuto.
Non esisteva il fast fashion, quindi gli abiti erano fatti per durare nel tempo e i tessuti erano maggiormente resistenti.
È possibile riconoscere le decadi ’30 e ’40 dall’utilizzo del ryon, mentre gli anni ’50 vedono in prevalenza: nylon, poliestere, lana e acrilico. Infine i ’60 sono la decade della lycra.
La marca è davvero così importante?
Il marchio è certamente un fattore che aumenta il prezzo dell’oggetto. Questo però non è garanzia di qualità a prescindere. Esistono moltissime produzioni di griffe, non conosciute dal grande pubblico, di ottima qualità e a prezzi accessibili.
Come detto, prima non esisteva il fast fashion e una maggiore qualità delle rifiniture e dei tessuti, era senza dubbio più diffusa. Ecco svelati i dettagli e i segreti che permettono di acquistare capi vintage originali e di ottima qualità.
Adesso non resta che cimentarsi nella selezione.