Negli ultimi mesi sono sempre più frequenti le notizie riguardanti investimenti e compravendite dei cosiddetti Non-Fungible Token. Questi sono molto conosciuti anche con l’abbreviazione NFT. Se ne parla sia nel corso di aste che di sedute d’affari. Potrebbe essere un nuovo metodo di compravendita che diventerà parte della nostra società e del nostro modo di vedere le cose. Basti pensare che recentemente persino una linea di vestiti Adidas è stata venduta con questo metodo.
Questa innovazione sembrerebbe andare di pari passo con la creazione del metaverso. Così, proviamo ad avvicinarci anche noi ed ecco spiegato cosa sono gli NFT con 3 applicazioni concrete e casi d’uso.
Un fatto giuridico, ma non solo
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Letteralmente, in italiano, si traduce “gettoni non fungibili”. In ambito giuridico un bene fungibile ha delle caratteristiche che lo rendono sostituibile da qualsiasi bene dotato della stessa quantità, peso, numero e misura. Se ad esempio al ristorante chiediamo la bottiglia di vino di un produttore, ci risulterà indifferente di quale bottiglia si tratta. Questo purché rientri nelle caratteristiche minime richieste. Se invece nel corso di un’asta otteniamo la prima bottiglia numerata prodotta sul mercato dal produttore, evidentemente saremo soddisfatti solo dalla bottiglia indicata dal numero 1. Questo ragionamento potrebbe costituire un punto di partenza per capire un NFT. La differenza con la bottiglia di vino è che il certificato di unicità del prodotto è scritto su Blockchain.
Questo è un registro digitale il cui contenuto è immodificabile. Un po’come se fossero le parole di una poesia di cui non ci si può appropriare. L’immutabilità, unite alla digitalizzazione, alla tracciabilità e alla trasparenza, sarebbero i punti forti della tecnologia Blockchain.
Inoltre, un’altra differenza preliminare è che il bene in questione potrebbe certamente essere digitale. Questo ci porta a comprendere uno dei primi esempi in cui possiamo riscontrare un NFT: il mondo dell’arte digitale. Nel mondo della riproduzione di massa, un NFT rappresenta la garanzia di unicità di quel prodotto. Il fatto però che un NFT abbia un proprietario, non significa che sia privato. Può continuare a circolare su internet. Il primo esempio giunge proprio dalla Crypto Art. Questa consiste sia nella digitalizzazione di un’opera fisica. Ma anche nella creazione di un’opera totalmente digitale. Questo è stato dimostrato da una recente mostra tenuta presso la Permanente di Milano e chiamata “2121”.
Non parliamo però solo dell’arte. Ecco vediamo perché gli NFT potrebbero diventare parte della nostra cultura e società.
Ecco spiegato cosa sono gli NFT con 3 esempi e perché stanno conquistando il mondo non solo dell’arte
Recentemente Vodafone ha messo all’asta la copia del primo messaggio SMS inviato al Mondo, datato il 3 dicembre 1992. L’acquirente ha ricevuto dunque una replica dettagliata ed unica contenente il testo. I 107.000 euro ricavati sono poi andati in beneficienza. Questo dimostra come la tecnologia NFT non rappresenti solo un metodo di catalogazione di risorse digitali. Ma semplicemente una procedura di unicizzazione di un bene che non è nato su computer (come era invece nel caso dell’opera online). E se per il primo SMS si trattava pur sempre di una risorsa immateriale, il campo di applicazione si è recentemente aperto al mondo dei beni materiali.
Infatti si tratta di una recente notizia la messa in vendita degli NFT di alcune chitarre e abiti indossati da John Lennon. Questo ci aiuta a comprendere come l’utilizzo di questo sistema stia sbarcando anche nell’ambito del tangibile. Ciò non significherà il possesso materiale del bene, il quale rimarrà nella disponibilità del parente di John Lennon che ha messo all’asta questi oggetti. Resterà da capirà cosa potrà succedere al valore dei relativi NFT in caso di deperimento fisico del bene. Infatti, se il valore dovesse aumentare, potrebbe significare una sopravvivenza della non deperibilità della blockchain rispetto al mondo materiale.