Ecco quanto valgono 100.000 euro investiti nel mattone nel 2010 e chi ha guadagnato più degli altri 

investire nel mattone

Lo slogan di una famosa réclame sostiene che le performance passate non costituiscono una garanzia per il futuro. Tradotto, se ieri le cose sono andate bene questo non vuol dire che altrettanto avverrà anche domani.

Vale lo stesso nel campo degli investimenti, qualunque essi siano. Ad esempio chi ha osato investire 20.000 euro in questo BT oggi guadagna più di 50.000 euro. Oggi invece un decennale rende all’incirca lo 0,90%, meno di un terzo dell’inflazione di novembre!

Nel secolo scorso, buoni fruttiferi e mattone erano le principali forme d’investimento preferite dai risparmiatori. Oggi il buono più ricco (al netto del buono dedicato ai minori) rende lo 0,75% lordo annuo a scadenza, ossia dopo 16 anni. Le cose non vanno meglio neanche sul fronte degli investimenti immobiliari. Al riguardo, infatti, ecco quanto valgono 100.000 euro investiti nel mattone nel 2010 e chi ha guadagnato più degli altri.

I dati Eurostat in merito ai prezzi delle case in Italia e nell’UE

Venerdì scorso Eurostat ha aggiornato i dati sui prezzi delle abitazioni in Europa tra il 2010 e il 2020. La pubblicazione (“Housing in Europe – 2021) analizza il trend dei prezzi delle abitazioni, degli affitti e dell’inflazione nel corso del decennio in questione. L’anno base è il 2015 (= 100) e permette di analizzare i 5 anni prima e i 5 anni dopo quello base, il 2015 appunto.

Passando ai numeri,nel decennio di riferimento i prezzi delle case sono cresciuti in media del 26% in tutta l’UE. Discorso inverso, invece, per l’Italia, dove i prezzi delle case sono crollati del 15% nel giro di 2 lustri.

A partire dal 2013, bottom di periodo, il grafico mostra come il trend del mercato UE  sia stato in salita. Il discorso vale soprattutto dal 2015 in poi, quando i rialzi sono stati forti e decisi. Sovrapponendo il grafico del mercato italiano, si nota un top toccato nel 2011, seguito da 4 anni di correzioni, specie tra il 2012 e il 2015. Nell’ultimo lustro, infine, il trend è molto stabile, con un piccolo sussulto di vita solo nel 2020.

Passando infine alle dinamiche riguardanti gli affitti, la situazione è positiva sia sul fronte UE che per il nostro Paese. Tuttavia, mentre nel decennio gli affitti sono saliti del 14% a livello comunitario, in Italia il rialzo si è fermato circa a metà: +6,5% (da 95,2 a 101,4).

Ecco quanto valgono 100.000 euro investiti nel mattone nel 2010 e chi ha guadagnato più degli altri

Cosa potrebbe ridare slancio al mercato real estate in Italia? La risposta è alquanto complessa e lungi dall’essere di facile soluzione. Lo dimostra anche il fatto che i numerosi interventi del legislatore nel corso tempo e a sostegno del settore non hanno sortito effetti.

È assodato che il carico di imposte (IMU, TARI, etc), spese fisse e variabili (condominio, lavori edili, etc) non sono un incentivo ad investire sull’asset. Neanche l’esiguo costo del denaro (gli interessi sul mutuo) riesce a fare più di tanto e a invertire il trend. Al riguardo, le rate dei mutui sono ancora convenienti, anche se l’affare del secolo appartiene a questi titolari di mutui.

Senza pretese di essere nel giusto, crediamo invece che i problemi di fondo siano la mancata crescita (PIL) del Paese e le spaventose dinamiche demografiche. Negli ultimi lustri la popolazione è continuata a diminuire nel mentre si continuava a costruire ovunque. In soldoni, c’è tanta offerta di case (specie in provincia) mentre la domanda si è sempre più assottigliata. Lo riprova il fatto che nelle metropoli (Roma, Milano, Napoli, etc.) e nei capoluoghi di provincia i prezzi delle case reggono bene o risultano in salita. Altrove, invece, è un po’ un “si salvi chi può”.

Approfondimento

Attenzione alla stangata finale dopo l’IMU per i proprietari di seconde case.

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