Se fino a ieri investire sul reddito fisso rendeva poco o nulla anche sul medio o lungo termine, oggi lo scenario è radicalmente mutato. I tassi sono risaliti per via dell’inflazione e al risparmiatore non è più conveniente restare sempre e per forza liquido. Insomma, il costo opportunità porta a fare considerazioni fino a ieri quasi dimenticate. In particolare, ecco quanto rendono 30.000 euro da oggi fino al periodo di Natale invece di tenerli fermi sul conto corrente.
Il riferimento sarà ai BOT di Stato con scadenza a 6 mesi circa, ossia con il periodo che segnerà le prossime festività di fine e inizio anno.
Quanto rendono 30.000 euro sul conto corrente?
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Partiamo dal caso di chi oggi dispone di un capitale, ad esempio, di 30mila € sul c/c da dover gestire, e dalla più classica delle domande. Quanto renderanno da qui a una manciata di mesi se tenuti fermi? Purtroppo la risposta è deludente, nel senso che la gran parte di essi è infruttifero. Anni fa i c/c remuneravano le somme libere con un minimo di interessi, che sono andati sempre più scendendo fino a sparire.
Oggi come ieri il conto corrente assolve nel migliore dei modi la funzione per cui nasce e stop, ossia essere un formidabile strumento di pagamento. Cioè accentra e gestisce al meglio tutti i flussi finanziari in entrata e in uscita del correntista titolare. Ma non è uno strumento di investimento in quanto quasi mai remunera le somme libere ivi depositate. Se invece lo fa, il tasso attivo riconosciuto è davvero esiguo.
Anzi, tra 6 mesi come tra 6 anni il saldo sarà negativo sia in termini di spese vive che di perdite in conto capitale. Nel primo caso pensiamo al canone tenuta conto (al netto dei prodotti gratuiti) e all’imposta di bollo nei casi dovuti per Legge. Nel secondo, invece, il riferimento è all’inflazione, oggi a livelli assai elevati.
Quali sono le principali caratteristiche
I BOT sono titoli obbligazionari emessi dallo Stato al pari dei BTP (pensiamo al recente BTP Valore, che tanto successo ha avuto tra i risparmiatori). In particolare, essi rientrano nel comparto degli strumenti monetari in quanto aventi scadenza entro l’anno.
Il taglio minimo di sottoscrizione è di 1.000 € e il Tesoro li emette con il meccanismo dell’asta competitiva. Data la loro breve vita residua, essi non staccano cedole e sono detti zero coupon bond. Il guadagno sta allora nella differenza tra il valore di rimborso a 100 a scadenza e il prezzo di sottoscrizione o acquisto sul secondario. Questi bond sono negoziati sul MOT, dove di norma il prezzo si porta sempre più verso 100 con l’approssimarsi della loro scadenza.
Ecco quanto rendono 30.000 euro da oggi fino al periodo di Natale invece di tenerli fermi sul conto corrente
Prendiamo il caso di due BOT con scadenze differenti, il bond con ISIN IT0005523854 e quello con codice IT0005557365. Il primo termina il 14 dicembre e il secondo il 31 gennaio 2024. I loro prezzi di acquisto sul secondario stamane sono pari a circa 98,7 centesimi per il bond più corto e 98,1 per l’altro.
In sostanza il rialzo lordo atteso da oggi a scadenza è nell’ordine dell’1,31% circa nel 1° caso e dell’1,93% nel secondo. La tassazione è pari al 12,50% mentre commissioni bancarie e dossier titoli dipendono da quanto prevede il proprio intermediario.
In definitiva, il BOT con una breve durata residua potrebbe rappresentare una discreta alternativa al parcheggio sul c/c. Il guadagno non sarebbe stellare, ma di certo oggi non sarebbe nullo come nel caso della maggioranza degli strumenti di pagamento.