Prima di decidere di abbandonare il lavoro si valuta quale sarà l’importo dell’assegno mensile cui si ha diritto. Non è un caso che moltissimi contribuenti scelgano di trattenersi in servizio ancora per qualche tempo. E ciò perché non intendono perdere una quota più o meno consistente sui ratei pensionistici. La scelta del prepensionamento potrebbe infatti comportare la rinuncia ad una somma di denaro rilevante. Pertanto è opportuno anche sapere di quanto aumentano gli assegni delle pensioni INPS con 2 o 3 anni in più di lavoro. Conoscendo l’ammontare degli eventuali tagli sulle spettanze si potrà anche valutare l’opportunità di accedere al pensionamento con anticipo.
A queste valutazioni si potrebbe anche aggiungere quella relativa all’ammontare degli assegni previdenziali e alla differenza con la retribuzione da lavoro. Non tutti infatti sono consapevoli di quanto si riduce la pensione rispetto allo stipendio. Avere un’idea seppure approssimativa degli importi spettanti aiuta i contribuenti a pianificare con maggiore serenità il futuro economico durante le terza età. Ad esempio ecco quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi che vuole chiudere la carriera professionale. Potrebbe infatti anche succedere che a causa di problemi di salute o questioni familiari si debba inoltrare richiesta di pensionamento. In tal caso sarebbe utile anche informarsi se conviene smettere di lavorare e pagare i contributi volontari per la pensione.
Ecco quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi
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Almeno fino al dicembre 2022 chi possiede una storia contributiva di soli 20 anni deve aspettare di compiere 67 anni per andare in pensione. Sono questi infatti i requisiti contributivi e anagrafici necessari per i trattamenti previdenziali che seguono il criterio misto o contributivo. Chi invece ha iniziato a svolgere attività professionale a partire dal 1° gennaio 1996 può ottenere l’anticipo pensionistico.
Ciò vale solo per i lavoratori per i quali il calcolo del rateo previdenziale avviene secondo il sistema contributivo puro. A ciò si deve aggiungere un’altra condizione imprescindibile che riguarda l’importo del rateo pensionistico. L’ammontare della pensione non dovrà infatti essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale che nel 2021 si attesta attorno ai 460 euro per 13 mensilità. Ne consegue che i lavoratori di 64 anni con 20 anni di anzianità contributiva percepiscono assegni pari o superiori a 1288 euro al mese. Pertanto solo chi riceve retribuzioni da lavoro consistenti avrà a suo vantaggio versamenti di contribuzioni altrettanto rilevanti.