La vita a volte ci mette a dura prova soprattutto quando ci toglie un nostro caro. Affrontare le incombenze amministrative e tutte le situazioni lasciate in sospeso non è per niente semplice con il dolore nel cuore. Tuttavia, la vita deve andare avanti soprattutto quando abbiamo la responsabilità di altre vite, come quelle dei nostri figli. Pertanto ci toccherà rimboccare le maniche e sistemare eventuali conti aperti o situazioni debitorie e procedere all’apertura della successione.
Ai fini successori pertanto, diventa rilevante tutto ciò che possedeva il defunto, sia beni immobili sia somme di denaro. Ma una domanda che affligge molti è cosa fare se si ha un conto cointestato con il de cuius sul quale abbiamo versato vari importi quando questi era in vita. Di seguito ecco quanto prelevare dal conto con il defunto senza pagare tasse ed evitare i controlli dall’Agenzia delle Entrate. Infatti le cose cambiano quando il defunto era cointestatario di un conto rispetto a quando era unico titolare.
In particolare se il defunto era titolare di un conto corrente, quest’ultimo non si estingue automaticamente per effetto della morte. Occorrerà una manifestazione di volontà degli eredi i quali succederanno nei rapporti del de cuius. A tal proposito, in ordine al conto corrente ecco cosa succede quando muore l’unico titolare.
Ecco quanto prelevare dal conto con il defunto senza pagare tasse ed evitare i controlli dall’Agenzia delle Entrate
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Quando invece il conto del de cuius è cointestato con un’altra persona cosa accade? Solitamente la banca blocca il conto, ma recentemente la Cassazione ha censurato tale comportamento. Infatti ha stabilito che il cointestatario del conto corrente a firma disgiunta può liberamente prelevare l’intero importo giacente sul conto. Tuttavia gli altri eredi potranno far valere i loro diritti sulla parte loro spettante in sede giudiziaria.
Ad ogni modo, per non rischiare controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate è bene tenere presente anche i recenti orientamenti giurisprudenziali e fare delle osservazioni.
Avere un conto cointestato e versare denaro sul conto non significa trasferire la proprietà del denaro all’altro cointestatario. In altre parole secondo diverse pronunce giurisprudenziali, non esiste la cointestazione del credito.
A tal proposito arriva un terremoto incredibile per i soldi sul conto cointestato perché cambia tutto quando si condividono le giacenze con altre persone.
Versare del denaro su un conto cointestato o cointestare non significa trasferire la proprietà, o il diritto di credito il quale è e rimane di chi ha versato i soldi. Pertanto se sul conto vi erano soldi di proprietà esclusiva del de cuius, questi potrebbero ricadere nella successione ed essere richiamati a tassazione. A tal proposito niente tasse sul conto corrente per gli eredi che fanno questa dichiarazione. Ciò ovviamente al netto delle franchigie. Pertanto se pure la banca può autorizzare l’altro intestatario a prelevare legittimamente le somme, attenzione perché nulla impedisce agli eredi di agire nei suoi confronti.