Ecco quanto guadagna un tabaccaio da un pacco di sigarette, ricarica telefonica o il Gratta e Vinci

sigarette

Tra lavoratori e disoccupati spesso sale la voglia di mettersi in proprio con un’attività autonoma e indipendente. Può trattarsi del classico sogno nel cassetto o di chi vuol dare forma e sostanza a un’abilità personale. Altre volte ci sono difficoltà nel trovare un’occupazione soddisfacente o più semplicemente si punta ad avere buone entrate mensili.

In questi e simili casi ci si guarda intorno per capire cosa aprire di speciale. Meglio inaugurare un negozio di biancheria intima e merceria o un negozio di generi alimentari o un tabacchi? Tutto dipende da caso a caso. Ad ogni modo, ecco quanto guadagna un tabaccaio da un pacco di sigarette o dai beni e/o servizi venduti.

Quali sono le principali voci di entrata di un tabaccaio

Partiamo da una considerazione semplice e banale ma anche essenziale. L’intera superficie del tabacchi aperta al pubblico è un’area di vendita, per cui all’aumentare dei prodotti trattati cresce (almeno in teoria) il giro d’affari. Se è vero che si parte dalle classiche sigarette, oggi queste attività hanno ampliato notevolmente il loro perimetro d’azione.

Ricariche telefoniche, marche da bollo, caramelle e dolciumi vari, oggettistica varia, biglietteria e in alcuni casi riviste e giornali. Poi ci sono gli incassi da giochi e lotterie oltre ai servizi della riscossione (utenze domestiche, multe, tasse e tributi, etc.). Insomma, si dice sigarette ma c’è molto altro da considerare e che varia da un punto vendita a un altro (anche in base alla licenza).

Ecco quanto guadagna un tabaccaio da un pacco di sigarette o da una puntata al gioco del Lotto

Evidentemente non bisogna confondere il giro d’affari, il fatturato, dall’utile netto di giornata o fine mese. Quest’ultimo è una parte del primo dato ed è variamente composta a seconda dell’articolo trattato.

Ancora, i dati finali di un’attività non per forza coincidono con quelli di un’altra concorrente. Posizione, bacino di utenza, prodotti trattati e proprietà o meno del locale sono gli elementi che fanno tanta differenza finale.

Fatte le premesse, sulle sigarette l’aggio si aggira sul 10% del prezzo del pacchetto venduto. Quindi su un pacchetto che costa 4 o 5 o 6 euro il margine del tabaccaio è rispettivamente di 40, 50 o 60 centesimi.

Su molti altri servizi l’aggio si aggira sul 5/8% del prezzo al cliente. È il caso delle marche da bollo o delle ricariche telefoniche per conto dei vari gestori. Oppure delle giocate al Lotto, al Gratta e Vinci, etc., o dalla vendita di ticket per i trasporti come bus, treni, metro, etc.

Il discorso, infine, varia nel caso dell’eventuale oggettistica da regalo, dove l’esercente si muove con maggiore autonomia. In questi casi i ricarichi sono indubbiamente maggiori rispetto agli articoli precedenti, anche se va detto che il loro peso sul totale è esiguo. Di norma, infatti, ci si reca ai tabacchi più per un servizio che non per un regalo.

Consigliati per te