Tra le figure sanitarie più vicine e prossime al cittadino incontriamo sicuramente i medici di base. Sono il primo punto di riferimento per la famiglia e il paziente in generale, con cui il cittadino instaura un rapporto di fiducia e duraturo. Il dottore opera nell’ambito del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) e si occupa della tutela e della salute degli assistiti.
Premesso ciò, ecco quanto guadagna un medico di famiglia massimalista o in base al numero di assistiti che segue.
Come si diventa medico di base e le principali mansioni e competenze
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Il nostro ordinamento prevede che tutti i cittadini abbiano il diritto a un medico di famiglia. Un diritto che prescinde dall’età, lo stato di salute e le condizioni reddituali dell’assistito. Si tratta di un diritto universale e garantito per Legge.
Sono tante le mansioni e le responsabilità attribuite a questo professionista della salute. Si parte anzitutto dalle c.d. attività ambulatoriali, dove visita i pazienti (o a domicilio, all’occorrenza). Pertanto formula una diagnosi al termine della visita, prescrive esami specifici, farmaci e medicinali, rilascia certificati medici, etc. Nei casi più gravi propone e cura i pazienti verso il loro eventuale ricovero ospedaliero.
L’accesso alla professione presuppone un iter di formazione lungo, duro e articolato in diversi step. Si parte anzitutto dal conseguimento di una Laurea in Medicina e Chirurgia, requisito minimo dal quale non si prescinde. Una volta superato l’esame di Stato occorre poi iscriversi all’Ordine dei Medici.
Il passaggio successivo consiste nel conseguire il diploma in Medicina Generale, abilitante alla professione. Ovviamente nel corso degli studi sono previste ore di formazione sul campo, che implementano le nozioni imparate sui testi.
Ecco quanto guadagna un medico di famiglia massimalista o per assistito
A questo punto proviamo a capire quanto guadagna mediamente un medico di base. In estrema sintesi, la busta paga di questo professionista dipende principalmente da tre elementi chiave:
- il numero esatto dei pazienti che assiste;
- l’anzianità di servizio del medico;
- il peso delle varie indennità (si pensi alla reperibilità, per esempio).
Il primo punto può essere relativamente variabile considerato i fattori che lo influenzano (l’area geografica, l’anzianità, etc.). Tuttavia, per Legge il medico di famiglia non può avere più di 1.500 assistiti.
Inoltre occorre considerare che il compenso medio a paziente varia anche in base al numero degli stessi. Cioè al crescere degli assistiti scende il compenso medio per singolo paziente, anche se gioca a favore del medico il numero totale degli assistiti. Secondo i dati disponibili, un medico massimalista percepisce all’incirca 53mila euro annui lordi per la sola componente “compenso per assistiti”.
A questa base si aggiungono poi le indennità e/o Bonus vari. Si pensi alla reperibilità nei notturni, i festivi o quelle per gli assistiti over 75. Oppure le visite domiciliari ai pazienti infermi o ricoverati presso le case di riposo. Poi vi sono i Bonus legati al vaccino contro il Covid, quelli antinfluenzali, etc.
In sintesi, un medico di base guadagna mediamente più di un medico che lavora in un ospedale pubblico. Il cui stipendio, di norma, oscilla tra i 2.200 e un massimo di 4mila euro a seconda dei turni, l’anzianità di servizio, le indennità varie, etc.
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