Investire e guadagnare una rendita, periodica o no a seconda dei casi, è da sempre il sogno di molti risparmiatori. I soldi messi da parte sono l’assicurazione prima contro le incertezze del futuro, ma se nel frattempo possono generare altri soldi, perché no? Al riguardo, per esempio, ecco quanto fruttano 7.000 euro a 10 anni investiti sul miglior BTP e un conto deposito vincolato a interessi al 5%.
In entrambi i casi si tratta di strumenti di investimento sul reddito fisso. I rendimenti sono noti in partenza e l’emittente s’impegna al rimborso del capitale a scadenza.
Investire su un titolo di Stato a 10 anni
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Ecco quanto fruttano 7.000 euro a 10 anni. Dopo anni di quasi oblio, per i titoli di Stato la musica è radicalmente cambiata. Il continuo rialzo dei tassi ha portato a un progressivo e costante innalzamento dei rendimenti, per la gioia dei risparmiatori in bond sovrani. Di recente lo hanno testimoniato le due sottoscrizioni nel BTP Valore, una a giugno e una ottobre, entrambe andate a ruba. Tuttavia, oggi il prezzo di uno dei due è sotto cento mentre l’altro è sopra cento e ne abbiamo spiegato il perché.
Quanto rende oggi un decennale? Intorno al 5% lordo annuo, a seconda del prezzo esatto d’acquisto. Il BTP con scadenza tra 10,03 anni (ISIN IT0005544082) e cedola al 4,35% ieri ha chiuso a 95,96, per un rendimento effettivo annuo lordo a scadenza sul 4,9% (netto 4,33%). Il prossimo 1° novembre staccherà la cedola, poi ogni 6 mesi fino a scadenza, il 1° novembre 2033. “Aggiustando” il prezzo di carico (di recente il titolo ha toccato i 95,19 centesimi) il rendimento si approssima in area 5%.
Infine ricordiamo che la ritenuta sugli interessi è al 12,50% e l’imposta di bollo è del 2×1.000 sulla giacenza titoli al momento della rendicontazione. Le commissioni di compravendita del bond dipendono dalla propria banca.
Quanto rende un conto deposito vincolato a 10 anni?
Sul mercato non mancano prodotti concorrenti che sulla stessa scadenza offrono il 5,00% annuo lordo. Abbiamo incontrato infatti un conto deposito vincolato di una banca online che offre un simile interesse annuo lordo sul deposito a 120 mesi.
Il vincolo non prevede l’apertura di un conto corrente associato e spese di gestione particolari. Al pari degli altri CD, la ritenuta sugli interessi è al 26% mentre l’imposta di bollo è (in questo caso) a carico della banca. Quest’ultima non consente lo svincolo anticipato delle somme accantonate ma solo un parziale anticipo delle stesse (fino al 70%) prima della scadenza.
Quanto agli interessi (poco meno di 2.600 €), essi arrivano a scadenza insieme al rimborso del capitale (garanzia FITD fino a 100mila €).
Ecco quanto fruttano 7.000 euro a 10 anni investiti sul miglior BTP e un conto deposito vincolato a interessi al 5%
Adesso scatta la più classica delle domande: “meglio” il BTP o il CD vincolato? Come sempre tutto è relativo e la decisione finale deve essere la sintesi perfetta di un insieme di valutazioni.
Il rendimento annuo lordo è di poco maggiore sul deposito, ma gli interessi arrivano solo a termine, dopo 10 anni. Una buona soluzione, quindi, per chi intende generare una ricca entrata a scadenza. Se invece si punta a un flusso di incassi extra periodici, ecco il BTP che paga gli interessi ogni 6 mesi.
Tuttavia, forse la vera grossa partita si gioca nei 10 anni di durata di vita dei due strumenti. Qui il bond offre una piena libertà di azione, dato che lo si può vendere in tutto o in parte prima della scadenza. Ad esempio la cedola del BTP potrebbe garantire un più veloce recupero di quota 100 quando il trend sull’obbligazionario s’invertirà. Certo, questo presuppone maggiore propensione al rischio e anche una certa dimestichezza sul come muoversi sui mercati finanziari. Tipo: dove e come reinvestire il capitale eventualmente liberato anzitempo?
In sintesi, pro e contro su entrambi i fronti. L’importante è conoscerli e vagliarli tutti a priori per non pentirsi poi in corso d’opera.