Gli ultimi 2 anni sono trascorsi nel segno dell’incertezza. A causa della pandemia da Covid 19 molte attività sono state costrette a chiudere. I liberi professionisti si sono spesso trovati in grande difficoltà. Ecco perché oggi chi vuole aprire un’impresa o un’attività nuova si trova affrontare grandi dubbi.
Stessa cosa vale per i liberi professionisti che pensano di aprire la partita IVA. Nel corso del 2021 il Governo ha dato via ad agevolazioni fiscali che potrebbero minimizzare i rischi. Di che agevolazioni si tratta? In questo articolo parleremo di pro e contro della partita IVA. Dunque, ecco quanto costa veramente aprire la partita IVA per un libero professionista e come fare ad attivarla.
I primi passi da fare riguardano il controllo da parte dell’interessato delle spese e delle entrate. Infatti, aprendo la partita IVA si va incontro a tasse e contributi fissi e variabili. In più, esistono varie tipologie cui il freelance può accedere.
Differenze
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C’è una sostanziale differenza tra aprire la partita IVA e lavorare con prestazioni occasionali. Infatti, quest’ultima formula spesso è svantaggiosa per chi lavora e desidera una carriera. L’occasionalità si occupa solo di lavori a breve termine (la collaborazione non può superare i 30 giorni). Inoltre, con la prestazione occasionale è vietato pubblicizzare il proprio lavoro.
Un altro svantaggio della suddetta formula è che, a ogni lavoro, bisogna pagare una ritenuta d’acconto del 20% sul compenso finale. Secondo le stime 2021, la tassazione della partita IVA risulta essere meno costosa. Ma ecco come funziona e a quanto ammontano i costi.
Ecco quanto costa veramente aprire la partita IVA per un libero professionista e come fare
I costi di apertura della partita IVA per chi lavora come freelance sono nulli. Infatti, la richiesta è totalmente gratuita e si fa tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. È possibile anche servirsi di un consulente di fiducia.
A questo si presenteranno i propri dati fiscali, la residenza, la sede dell’attività che può coincidere con la residenza, il codice ATECO che identifica l’attività. Bisognerà anche decidere quale regime fiscale adottare, tra regime ordinario e forfettario. Solitamente i costi del commercialista per questa operazione si aggirano intorno ai 1.000 ai 1.200 euro.
A differenza di chi possiede un’attività o ditta individuale, il libero professionista non ha gli stessi obblighi. Ancora, il professionista che apre una partita ditta individuale deve pagare un consulente. In questo articolo vediamo quanto costa oggi aprire un negozio e un’attività in proprio e come fare per riuscire con successo senza impazzire rispettando la legge.
Al contrario, per il freelance è sufficiente disporre del modulo cosiddetto AA9 (d’inizio attività). Poi, dovrà presentarlo compilato all’Agenzia delle Entrate. In questo modo ci si iscriverà alla Gestione Separata Inps o a una previdenza indipendente. Una volta presentato il modulo presso l’Agenzia delle Entrate, il gioco è fatto.