Il tema della corretta alimentazione è da sempre al centro del dibattito scientifico. Ogni giorno scopriamo le proprietà degli alimenti e i più utili per fare scorta di ferro e altri minerali preziosi per la salute. Oppure i più ricchi di vitamine e antiossidanti. Ma anche nel mondo della ricerca c’è chi prova a fare qualche passo avanti e analizza i regimi alimentari e le diete nella loro interezza. È il caso dello studio di cui parleremo oggi che ha messo a confronto varie diete famose. E i risultati sono decisamente interessanti. Quindi ecco quanto, cosa e come dovremmo mangiare per aumentare l’aspettativa di vita e ridurre il rischio invecchiamento.
L’analisi sulle diverse diete
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L’ultimo contributo alle ricerche sull’alimentazione arriva dagli studiosi di due atenei americani, quello del Wisconsin e quello della Southern California.
Il gruppo di lavoro ha creato una specie di “enciclopedia” delle ricerche sull’alimentazione mettendo a confronto le diete più famose. A queste ha aggiunto un’analisi incrociata sulle proprietà degli alimenti, un confronto con gli studi precedenti sull’alimentazione, sull’invecchiamento e su alcune diffusissime malattie.
Il risultato è stata l’elaborazione di quella che possiamo definire come una dieta della longevità. Siamo ancora alle fasi preliminari di una ricerca che a breve coinvolgerà anche alcuni cittadini italiani. Ma le conclusioni restano decisamente interessanti e da approfondire.
Ecco quanto, come e cosa dovremmo mangiare per allungarci la vita secondo una recente ricerca scientifica
Lo studio ha provato a definire le tipologie di sostanze che non possono mancare nella dieta della longevità. Tra queste rientrano la presenza di carboidrati provenienti da alimenti non raffinati. Insieme a essi andrebbe garantito l’apporto di proteine derivanti dai vegetali e del 30% di fabbisogno quotidiano di grassi originato anch’esso da fonti vegetali.
Nello studio sono anche stabiliti i tempi dei pasti e l’alternanza pasto-digiuno. Ebbene nella dieta per allungarci la vita dovremmo completare tutti i pasti nell’arco di circa 12 ore. A essa andrebbe accompagnato almeno 2 volte l’anno un breve periodo di digiuno. Un digiuno che potrebbe rivelarsi utile per controllare l’insulina, diminuire i livelli della pressione e prevenire altre condizioni patologiche.
Chiudiamo con un consiglio. Abbiamo detto in precedenza che lo studio è ancora in fase sperimentale, per quanto interessante. Quindi evitiamo di provare questi consigli senza il supporto di un medico o un nutrizionista qualificato. I rischi per la salute potrebbero rivelarsi ben maggiori rispetto ai benefici che potremmo ottenere.
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