Queste calde giornate di agosto stanno mettendo a dura prova la resistenza dei nostri ortaggi. La loro crescita, e lo sviluppo dei frutti, dipende infatti dalla migliore combinazione acqua e sole. Ma non sempre è possibile che si realizzi questo equilibrio, soprattutto nei giorni in cui si toccano temperature proibitive.
Cosa fare e come regolarsi? Ecco quante volte innaffiare zucchine e cetrioli o meloni e angurie per non bruciare le piante.
Le caratteristiche principali degli ortaggi appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae
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Queste piante appartengono alla famiglia delle Cucurbitaceae, dal fusto strisciante o rampicante, ruvido e/o angoloso. Crescono principalmente nelle zone tropicali e temperate, mentre i loro fiori sono di colore giallo o bianco.
La scorza di questi frutti è più o meno dura, mentre all’interno presentano una polpa carnosa e ricca di semi. Sono invece le dimensioni a variare notevolmente. Si passa, infatti, da qualche etto di un cetriolo fino a zucche che possono superare i 10 chili.
Intuito, esperienza e buon senso
Per questi ortaggi, il consiglio che danno gli agronomi è quello di innaffiarle quasi tutti i giorni. O comunque di farlo almeno 3-4 volte a settimana, se le condizioni meteo dell’area di coltivazione lo consentono. In merito alle quantità, 2-3 litri di acqua a pianta vanno bene.
Invece abbiamo visto che per ortaggi quali pomodori, peperoni e melanzane c’è bisogno di minore acqua.
In generale, in agricoltura si procede ponderando al meglio più elementi.
Anzitutto bisogna conoscere bene le specifiche nutrizionali di una pianta. Poi altrettanto importanti sono le caratteristiche del terreno di coltivazione, la latitudine e l’influenza del meteo. Se in una zona piove anche in estate, possiamo ridurre il numero delle annaffiature. Così come, se ci troviamo in una zona molto ventosa, è meglio ricordare che l’acqua evapora più velocemente.
Ecco quante volte innaffiare zucchine e cetrioli o meloni e angurie per non bruciare le piante
Infine presentiamo altri suggerimenti per avere piante forti e sane e frutti maturi.
Evitiamo anzitutto di dare tutta l’acqua immediatamente, in un’unica soluzione. Ad esempio, se la pianta è piccola possono bastare 2 litri: ne versiamo metà al primo giro e il secondo successivamente. In tal modo diamo tempo al terreno di assorbire il liquido.
Invece, nel dubbio sulle quantità, è sempre meglio difettare che eccedere: si evitano possibili ristagni dannosi.
Un’altra regola è quella di innaffiare in prossimità della parte radicale e mai sulle foglie: in questo modo si evita la formazione di malattie fungine.
Ultimo consiglio, ma non per questo meno importante, riguarda il tempo “giusto” per le bagnature. In linea generale vanno preferite le ore più fresche, ossia all’alba o il tardo pomeriggio, prima di sera.
Tuttavia, secondo alcuni agronomi il momento migliore della giornata è verso le 5.00 del mattino. A quell’ora il terreno non è arso dal sole e l’acqua ha tutto il tempo di scendere in profondità. Mentre, durante la giornata, il sole provvederà a far evaporare l’eventuale eccesso di acqua.
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