Ecco quante prestazioni in pagamento ha ottenuto realmente un pensionato nel 2020

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Proprio in questi giorni l’INPS sta pagando la pensione (ma anche il reddito) di cittadinanza agli aventi diritto. Tuttavia, si tratta della ricarica speciale di metà mese prevista, ad esempio, per chi ha fatto la domanda e attende il primo pagamento in assoluto.

Dalla settimana prossima prenderà il via ufficialmente il pagamento del rateo di marzo 2022 per il canale Poste Italiane. Nessuna novità, invece, per chi attende l’accredito del vitalizio sul conto in banca. In questo caso l’appuntamento è come sempre rimandato ai primi del mese di competenza, e quindi al 1° marzo. A ogni modo abbiamo già visto il prossimo calendario dei pagamenti, diviso in base alla lettera del proprio cognome.

Le novità attese con il prossimo cedolino

In particolare, il prossimo cedolino dovrebbe contenere due importanti aumenti. Il primo riguarda il “saldo” della perequazione, considerato che a gennaio e febbraio 2022 l’aliquota applicata è stata dell’1,6% e non dell’1,7% come indicato dal MEF. Quindi dovrebbero arrivare i conguagli del primo bimestre 2022.

La seconda novità riguarda l’aumento legato alla riforma IRPEF, che ha rivisitato gli scaglioni e le aliquote. I risparmi in termini di minori tasse si tradurranno in importi più consistenti dei vitalizi. Tuttavia, solo in alcuni casi si arriverà ad aumenti consistenti, ossia nell’ordine delle centinaia di euro in più nel corso dell’anno.

Ecco quante prestazioni in pagamento ha ottenuto realmente un pensionato nel 2020

Vediamo a questo punto un altro dato ignorato o spesso sottovalutato, ossia quello riguardante il numero di prestazioni in pagamento per ogni pensionato. Molte volte ci si lamenta (e a ragione) che i vitalizi siano bassi in rapporto al costo della vita. Tuttavia, bisogna anche tenere conto del numero medio di prestazioni che ogni pensionato percepisce.

Con riferimento all’anno 2020, questa stima emerge dal recente Rapporto di Itinerari Previdenziali. Secondo lo studio, nel 2020 il numero delle prestazioni si è attestato a 22.717.120, in riduzione rispetto alle 22.805.765 del 2019. Si tratta del livello più basso dal 2002 e la motivazione è chiara, anche se triste: la pandemia da Covid 19.

Lo studio ha diviso questo numero con quello dei pensionati, sempre con riferimento allo stesso anno. Il risultato è per certi versi sorprendente poiché in media ogni pensionato riceve 1,4162 prestazioni. Dunque, ecco quante prestazioni in pagamento ha ottenuto realmente un pensionato nell’anno del Covid 19.

Detta diversamente, il 24,5% dei pensionati (un quarto del totale e pari a circa 4 milioni) è beneficiario di 2 prestazioni. La quota di chi ne riceve 3 scende al 6,6% (circa 1,1 milioni di aventi diritto) mentre l’1,2% beneficia di 4 o più prestazioni.

Nello specifico, molto spesso si tratta di assegni di reversibilità e/o assistenziali.

Approfondimento

Da gennaio l’aumento della pensione da 1.000 o 2.500 e 3.500 euro si calcola così.

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