Con gli esperti di Proiezioniborsa analizzeremo ecco quando l’Agenzia delle Entrate può prelevare direttamente dal conto corrente. Il prelievo coatto spaventa i contribuenti più di qualunque accertamento fiscale. Ciò perché rappresenta l’atto finale di lunghi controlli da parte del Fisco. Nulla può il contribuente per impedire l’accesso diretto al proprio conto corrente e il prelievo forzoso di determinate somme di denaro. Ovviamente l’Autorità fiscale non può accedere indiscriminatamente nei conti correnti di qualunque risparmiatore italiano. Si devono difatti verificare alcune specifiche condizioni che autorizzino il Fisco ad allungare le mani sui risparmi dei contribuenti.
Ai lettori che chiedevano “Come spostare soldi da un conto corrente ad un altro senza allertare il Fisco” la Redazione ha fornito utili suggerimenti. Ovviamente si tratta di stratagemmi del tutto legali che consentono di trasferire somme di denaro presso altre filiali. Ciò perché il correntista potrebbe trovarsi nella condizione assai svantaggiosa di dover sottrarre i propri risparmi alle pretese dell’Agenzia delle Entrate. Occorre muoversi per tempo e con prudenza. Ecco quando l’Agenzia delle Entrate può prelevare direttamente dal conto corrente e come difendersi da simili incursioni.
Ecco quando l’Agenzia delle Entrate può prelevare direttamente dal conto corrente
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Il contribuente che risulta debitore nei riguardi del Fisco non deve assolutamente escludere la possibilità di un pignoramento. Ciò tuttavia se dovesse permanere la situazione debitoria anche dopo 60 giorni dalla notifica del pagamento. In sostanza, il contribuente che non provvede al pagamento di una cartella esattoriale dispone di 60 giorni di tempo per estinguere il debito nei riguardi del Fisco. In caso contrario, si dà avvio alla cosiddetta procedura speciale esattoriale che conferisce autorizzazione a prelevare direttamente dal conto corrente del debitore le somme dovute.
Tuttavia se sul conto corrente del debitore figurano soltanto somme di denari derivanti dalla percezione di stipendi o pensioni la situazione cambia. Il che equivale a dire che l’Autorità fiscale potrà prelevare non già l’intero ammontare del credito, ma entro specifici limiti. Nello specifico, il Fisco potrà prelevare solo e non oltre la quinta parte dello stipendio o della pensione che confluisce sul conto del debitore.