L’indennità di disoccupazione è un sussidio che spetta quando il lavoratore dipendente perde involontariamente il proprio lavoro. In due casi specifici anche in caso di dimissioni spetta la NASPI. Quando a presentarla è la mamma nel periodo di tutela dal licenziamento. O quando sono presentate per giusta causa, ovvero per una colpa del datore di lavoro. In questo modo anche presentando dimissioni si ha diritto a ricevere l’indennità per la metà delle settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti. Ma ecco quando la NASPI è respinta anche se le dimissioni presentate sono per una colpa del datore di lavoro.
Dimissioni per giusta causa, cosa sono?
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Quando la causa delle dimissioni sono le condizioni lavorative diventate intollerabili il lavoratore le presenta, quindi, non per sua volontà. Ma semplicemente perché gli è diventato impossibile proseguire l’attività lavorativa. Ci sono casi specifici in cui possono essere presentate e sono:
- quando si è vittima di mobbing da parte del datore di lavoro o di colleghi;
- quando un superiore ha un comportamento scorretto;
- quando manca il pagamento di stipendi, straordinari o emolumenti arretrati;
- quando si ricevono accuse ingiuste;
- quando si subiscono sul lavoro molestie a sfondo sessuale;
- quando le mansioni lavorative subiscono un peggioramento;
- quando si subisce un trasferimento presso un’altra sede immotivato;
- quando si è vittima di vessazioni;
- quando sul posto di lavoro non si rispettano le misure di sicurezza;
- quando si è vittima di discriminazione.
Le motivazioni alla base delle dimissioni per giusta causa, quindi, devono avere delle motivazioni reali legate all’ambiente di lavoro e non devono essere soggettive.
Ecco quando la NASPI è respinta anche se le dimissioni sono per giusta causa
La giusta causa per cui si presentano le dimissioni deve essere dimostrata per avere diritto all’indennità di disoccupazione. Quando si presentano le dimissioni per giusta causa, infatti, si dovrà indicare nella motivazione che si tratta di dimissioni per giusta causa. E si potrà, nel campo delle note, indicare le motivazioni.
L’INPS, però, potrebbe contestare la giusta causa delle dimissioni presentate e si potrebbe aprire un contenzioso. A questo punto sarebbe il dipendente a dover dimostrare con delle prove che la giusta causa dipende dal luogo di lavoro e non è soggettiva. Il consiglio, quindi, prima di presentare questo tipo di dimissioni, è quello di procurarsi sempre delle prove che possano sempre essere a sostegno della propria tesi.
Perché se l’INPS, alla fine, non ritiene giusta la causa per cui le dimissioni sono state presentate la NASPI non sarà riconosciuta e ci si troverà, oltre che disoccupati, anche senza una indennità di disoccupazione.