Ecco quando eliminare i contributi dannosi che abbassano l’assegno pensione e come fare

pensione

Con l’avvicinarsi del diritto alla pensione il lavoratore deve iniziare a pensare al suo assegno pensionistico. E non basta solo pensare ai numero di anni di contributi versati e al montante contributivo. E non è sufficiente neanche prendere in considerazione l’età. Almeno per quel che riguarda la quota retributiva della pensione. Non tutti i contributi versati, infatti, sono uguali. Facciamo l’esempio di un anno di lavoro: se lavorato full time ha un valore, se si lavora part time ne ha un altro. E proprio allo stesso modo ci sono contributi buoni e contributi cattivi per la pensione. Ecco quando eliminare i contributi dannosi che vanno a fare solo un danno economico all’assegno pensionistico.

I contributi nocivi quali sono?

Ribadiamo che tutto il concetto che stiamo per esporre vale solo per il sistema retributivo. Visto che nel sistema contributivo tutto viene calcolato e tutto “fa brodo”. Nel contributivo più si versa e più alta sarà la pensione. Nel retributivo non è così. Contano solo gli stipendi di fine carriera e tanto più saranno alti, tanto più alzeranno la quota della pensione retributiva.

E anche se, ormai, tutti i contributi si versano nel sistema contributivo, è bene ricordare che la quota retributiva della pensione è determinata dagli ultimi 5 o 10 anni di lavoro prima della pensione. Anche se i contributi ricadono nel contributivo. Se gli anni che precedono la pensione, quindi, hanno una retribuzione bassa, si avrà un effetto molto negativo sul calcolo della quota retributiva della pensione. E questo abbasserà l’assegno pensionistico.

Ecco quando eliminare i contributi dannosi per la pensione

L’INPS, fortunatamente, permette di rendere neutri (neutralizzare) quei contributi che sono nocivi per la pensione. Ovvero che andrebbero ad abbassarne l’importo. Ma non sempre è possibile e questo va specificato. Ma ribadiamo che tutto questo ha un senso solo per le pensioni che ricadono nel sistema misto (retributivo/contributivo). Mentre non ha senso alcuno per quelle che ricadono interamente nel sistema contributivo.

Come si neutralizzano i contributi dannosi? Bisogna fare domanda all’INPS. Ma la stessa può essere presentata solo quando il requisito contributivo per accedere alla pensione è già maturato. E solo per i contributi che eccedono tale requisito e per un massimo di 5 anni.

Facciamo qualche esempio pratico

Se un lavoratore uomo che ha maturato 45 anni di contributi vuole sterilizzare dei contributi nocivi, potrà chiedere la sterilizzazione solo di 2 anni e 2 mesi di contributi. Perché 42 anni e 10 mesi gli occorrono per accedere alla pensione anticipata.

Allo stesso modo, se un lavoratore con 30 anni di contributi vuole sterilizzare contributi dannosi per la pensione di vecchiaia, potrà chiedere la sterilizzazione solo di 5 anni di contributi. Il massimo richiedibile.

Attenzione: la sterilizzazione agisce solo sul calcolo della quota retributiva. I contributi sterilizzati, invece, saranno interamente considerati per il calcolo della quota contributiva. Nella quale non sono dannosi.

Consigliati per te