Ecco quali sono le operazioni sul conto corrente che normalmente il Fisco non controlla

tasse Fisco

Come sappiamo, con l’avvento del registro dell’Anagrafe Tributaria, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli diretti sui conti correnti. Il tutto, comodamente online e senza previa autorizzazione di alcuno. Quindi, può accedere direttamente ai dati bancari e mettere il naso nelle nostre tasche. Si consideri solo che ogni acquisto fatto in farmacia con il codice fiscale, finisce direttamente nel modello 730 precompilato. In particolare, esso confluisce nella sezione relativa alle detrazioni per le spese mediche. Inoltre, da quest’anno, entra in vigore l’obbligo del pagamento con strumenti tracciabili, per l’accesso ad alcune detrazioni. Insomma, un’autentica lente di ingrandimento accesa su tutto ciò che facciamo.

Tuttavia, ci sono alcune cose che sfuggono a questa lente di ingrandimento. Conoscendole, potremmo tirare qualche respiro in più. Ecco quali sono le operazioni sul conto corrente che normalmente il Fisco non controlla. Anzitutto, soffermiamoci su alcune importanti differenze.

Ecco quali sono le operazioni sul conto corrente che normalmente il Fisco non controlla

Anzitutto, partiamo col dire che il Fisco controlla principalmente le operazioni in entrata. Questo significa che le operazioni più attenzionate sono rappresentate da: bonifici ricevuti, versamento di assegni e, in particolare modo, di contanti. Sicché, se qualsivoglia di queste operazioni fa nascere dubbi, il Fisco può far scattare i controlli. Quindi, inizialmente, potrà chiedere spiegazioni sull’operazione, ricadendo sul contribuente l’onere di provare che il denaro versato sia di lecita provenienza. Così, in primo luogo, entra in gioco la normativa sull’antiriciclaggio.

Poi si indaga sulla causa dell’accredito, entrando in gioco la normativa contro l’evasione fiscale, riguardante la tassazione del danaro. A fronte di ciò, dobbiamo sapere che le operazioni inverse, cioè quelle in uscita, non sono generalmente oggetto di controlli. Questo significa che, in tal caso, i trasferimenti di denaro, i bonifici e i prelievi allo sportello, possono passare inosservati. Cioè, sono operazioni che non finiscono automaticamente sotto la lente di ingrandimento e solo in un’ottica complessiva possono rilevare. Esse, quindi, di per sé, non sono oggetto di controlli, ma potrebbero entrare in esame in presenza di altre operazioni sospette.

Operazioni generalmente non controllate

In virtù di quanto detto sopra, quindi, se decidiamo di fare un bonifico o un regalo a qualcuno, cosa accade? Che il problema sarà di chi riceve il danaro e non il nostro. Veniamo, adesso, al secondo caso in cui non scattano, normalmente, i controlli da parte del Fisco. Ebbene, la normativa antiriciclaggio prevede che le banche debbano inviare una segnalazione per movimenti in contanti che superino i 10.000 euro. La normativa, tuttavia, non prevede un limite di importo al di sotto del quale non possono essere compiute delle verifiche. Tuttavia, è chiaro che per gli importi inferiori non si accenderà automaticamente la lente di ingrandimento del Fisco. Anche in questo caso, come quello sopra indicato, vi dovranno essere altre anomalie che accendono l’interesse ai controlli.

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