Quando viene a mancare un pensionato al dolore della perdita, per gli eredi si sommano anche tutta una serie di adempimenti necessari. Ovviamente bisogna procedere con il funerale, la funzione religiosa, la sepoltura. Bisogna accordarsi con il cimitero, far preparare la lapide con nome cognome e date. Insomma chi rimane, straziato dal dolore, deve pensare alla burocrazia che è necessaria dopo ogni decesso. Spesso rimandando le lacrime a “quando tutto sarà finito”. E in tutto questo può sfuggire qualcosa. Come ad esempio la necessità di bloccare la pensione INPS. Ecco quali sono gli obblighi e le comunicazioni che i superstiti sono obbligati a fare nei confronti dell’istituto in caso di morte di un pensionato.
Cosa deve fare il superstite
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La Legge di Bilancio 2015 ha portato grandi novità sulle comunicazioni obbligatorie in caso di decesso di un pensionato. L’obbligo di comunicazione della morte, infatti, spetta al medico necroscopo, ovvero quello che certifica il decesso. Deve, infatti, trasmettere telematicamente all’INPS entro 48 ore dall’accaduto un certificato di accertamento di decesso. Per i medici che non rispettano questo obbligo sono previste anche delle sanzioni che vanno da 100 a 300 euro.
Questa novità è stata introdotta per ovviare ai forti ritardi che solitamente i Comuni accumulavano nel comunicare i decessi all’INPS. Prima ancora, invece, l’obbligo ricadeva in capo ai familiari superstiti che dovevano comunicare la morte all’Istituto in forma cartacea. I familiari, attualmente, quindi, non hanno nessun obbligo di comunicazione all’INPS in caso di decesso di un familiare che percepisce pensione.
Ecco quali sono gli obblighi e le comunicazioni che gli eredi devono fare all’INPS alla morte del pensionato
Anche se fino al 2002 l’obbligo ricadeva sui familiari superstiti, oggi non sono i parenti a dover comunicare all’INPS il decesso. In caso di silenzio, quindi, i familiari non sono soggetti a sanzioni per la mancata comunicazione. Ma bisogna considerare che questo non li mette in salvo da dover restituire eventuali ratei di pensioni accreditati dopo il decesso e non dovuti.
In caso di accredito sul bonifico di un rateo di pensione non spettante, quindi, i familiari non avranno nessuna responsabilità. Ma dovranno in ogni caso procedere alla restituzione delle somme. Che potrebbe essere un ulteriore fardello da sopportare. Proprio per questo è consigliabile, nonostante non ve ne sia l’obbligo, di inviare all’INPS una autocertificazione del decesso. Nella stessa è il caso di riportare i dati anagrafici della persona venuta a mancare indicando anche:
- luogo, data e ora del decesso;
- numero della pensione o delle pensioni percepite;
- richiesta esplicita di sospensione di erogazione della pensione.
Contestualmente la vedova o il vedovo potranno presentare anche domanda di pensione di reversibilità.
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