Nel complesso delle norme che regolamentano il diritto successorio non è sempre facile muoversi e districarsi. Per tale ragione, al momento della dipartita della persona cara, non si hanno spesso le idee chiare sui possibili esiti di una successione. Se uno degli eredi rinuncia all’eredità a chi va a finire la sua quota? Oppure, se si perde il diritto all’eredità chi può beneficiare di quella specifica quota? Ecco quali eredi hanno il diritto di accrescimento sui soldi e beni dell’eredità in successione.
Che cos’è l’accrescimento e quando si verifica
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Quando uno dei chiamati all’eredità viene meno al suo diritto, la perdita della sua quota potrebbe di conseguenza determinare delle ricadute positive sugli altri eredi. Per tale ragione è importante sapere sempre quale erede subentra in caso di rinuncia all’eredità. Immaginiamo che nell’asse ereditario siano presenti tre fratelli coeredi e che uno dei tre decida di rinunciare all’eredità. In questo caso, la quota dei due figli che succedono al patrimonio del defunto subisce un ricalcolo.
In ambito giuridico, l’istituto dell’accrescimento ha come diretta conseguenza l’espansione della quota di eredità per gli altri contitolari. Tale istituto segue quanto prescrivono gli articoli 674 e 675 del codice civile e vale tanto per gli eredi quanto per i legatari. A proposito di queste ultimi soggetti, è utile dire che in tema di eredità i legatari sono quei soggetti che non hanno alcun vincolo con i debiti del defunto. La ragione l’abbiamo spiegata nell’articolo “Chi si salva dai debiti del defunto quando si presenta la successione”.
Ecco quali eredi hanno il diritto di accrescimento sui soldi e beni dell’eredità in successione
Quando si parla di accrescimento dell’eredità tra coeredi, è importante sapere che esistono dei presupposti perché tale formula sia applicabile. Nel momento in cui un coerede rinuncia o non può accettare la sua parte, automaticamente si accresce la quota degli altri contitolari distribuendosi in parti uguali. In simili circostanze l’acquisto della parte avviene in maniera automatica, dunque non è necessaria una ulteriore accettazione. È importante in questi casi sapere che l’accrescimento è applicabile agli eredi se questi sono chiamati congiuntamente alla successione.
Ciò significa che i riferimenti devono essere presenti all’interno di un unico testamento e che non vi debba essere una determinazione di parti. Un aspetto da non trascurare è che l’accrescimento avviene ex lege, ossia di diritto e con un effetto retroattivo. Pertanto, nella misura in cui la quota ricade sugli altri coeredi, questi non possono rinunciarvi senza rinunciare all’intera eredità sulla quale hanno diritto. In simili circostanze, è utile dunque valutare la convenienza di un simile atto e decidere a propria volta se accettare o meno la propria chiamata all’eredità.
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