In Italia, coloro che di recente hanno contratto un mutuo a tasso variabile sono rimasti in pochi. Da anni, il mercato si è spostato sui mutui a tasso fisso, una garanzia in tempi incerti e vista l’attesa di un rialzo dei tassi dalla BCE. Negli ultimi mesi, poi, non si fa altro che parlare d’inflazione. Ed è sufficiente leggere la bolletta della luce o quella del gas per capire che stiamo parlando di qualcosa di concreto. Con la guerra in Ucraina, le cose sono peggiorate ulteriormente.
I prezzi di petrolio e gas sono saliti a livelli che nessuno osava anche solo immaginare. In generale, tutte le materie prime sono esplose di prezzo sui mercati. E tutto questo cosa c’entra con il mutuo? C’entra più di quanto pensiamo. Ecco quale impatto avrà la guerra in Ucraina sul mutuo a tasso variabile.
L’aumento dell’inflazione spinge le Banche centrali ad alzare i tassi d’interesse.
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A cascata, i tassi sul mercato aumentano e così anche le rate di prestiti e mutui. Attenzione, però, perché abbiamo contratto un mutuo a tasso fisso, la rata resterà invariata, indipendentemente da quello che accade sui mercati. Se i tassi salgono, ci abbiamo fatto un affare; se i tassi scendono, stiamo pagando più del dovuto.
Al contrario, i titolari di un mutuo a tasso variabile risentono delle oscillazioni dei tassi sul mercato. Essi corrono un rischio quando contraggono il finanziamento. Soprattutto se i tassi aumentassero nei primi anni di ammortamento, quando il capitale da rimborsare è elevato e gli interessi pesano maggiormente.
Ecco quale impatto avrà la guerra in Ucraina sul mutuo a tasso variabile e perché finora ha permesso di guadagnare quest’anno
Con la guerra, questo rischio è cresciuto, diminuito o rimasto uguale? Può sembrare strano, ma risulta temporaneamente diminuito. I mutui a tasso variabile sono agganciati principalmente all’Euribor. Quello a 3 mesi è sceso dallo 0,57% di inizio gennaio allo 0,49% attuale. Piccole variazioni, ma almeno non c’è alcuna risalita.
È successo che con la guerra, sui mercati ha prevalso la paura per quello che potrebbe accadere all’economia mondiale. L’inflazione, che continua ad essere temuta, non è più la sola preoccupazione degli investitori. Questi sono tornati a caccia di obbligazioni, i cui rendimenti sono diminuiti. Perchè vengono presi in considerazione per determinare il livello dell’IRS, cioè i tassi a cui sono agganciati i mutui a tasso fisso. In sostanza l’aumento del costo ha subito una frenata nelle ultime settimane.
Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, risentono particolarmente della politica monetaria della Banca Centrale Europea. Ed essa ha prospettato condizioni di credito più rigide per i prossimi mesi, ma a causa della guerra non si è potuta sbilanciare più di tanto. In altre parole, la guerra in Ucraina sta per il momento favorendo i mutui a tasso variabile, tenendo molto bassi gli interessi a breve termine. Ma con i rincari molto forti delle materie prime che provoca, finirà per accelerare l’inflazione. Di riflesso questo finità per far crescere nel tempo lo stesso Euribor alle varie scadenze da 7 giorni a 12 mesi. La rata del mutuo, quindi, salirà ugualmente nel prossimo futuro.