Chi è ancora in servizio ma è ormai vicino all’età pensionabile si chiede spesso a quanto ammonteranno gli assegni previdenziale. E in particolare quanti soldi si perdono sugli assegni delle pensioni INPS rispetto all’ultimo stipendio. Con l’arrivo della terza età si ha infatti paura di non avere le risorse economiche sufficienti. E ciò soprattutto se a causa di problemi di salute si dovesse aver bisogno di assistenza domiciliare, di addetti alla cura o di badanti.
La perdita dell’autosufficienza potrebbe infatti determinare un notevole aumento delle spese mensili. A preoccuparsi maggiormente sono i lavoratori con carriere discontinue e che hanno accumulato pochi contributi. A tal proposito potremmo ad esempio considerare quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi. E quanto costa un eventuale anticipo pensionistico in termini di tagli sull’assegno previdenziale mensile.
Prima di abbandonare l’impiego sarebbe prudente rivolgersi a consulenti per valutare la convenienza di un’uscita anticipata. I nostri esperti hanno calcolato teoricamente di quanto aumentano gli assegni delle pensioni INPS con 2 o 3 anni in più di lavoro. Sebbene infatti l’ammontare dei ratei previdenziali cambi in base a numerose variabili e fattori si può effettuare un calcolo approssimativo. Pertanto ecco qual è l’importo delle pensioni dei dipendenti pubblici con stipendi lordi di circa 1.700 euro. E soprattutto quale fra i sistemi di calcolo sia più vantaggioso fra quello misto, retributivo o contributivo. Per valutare ciò sarà opportuno confrontare gli assegni pensionistici dei soggetti che hanno iniziato a lavorare prima e dopo il 1° gennaio 1996.
Ecco qual è l’importo delle pensioni dei dipendenti pubblici con stipendi lordi di circa 1.700 euro
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Per i lavoratori che non hanno mai versato contributi al 31 dicembre 1995 si deve far ricorso al sistema contributivo per calcolare l’importo spettante. Al contrario potrà avvalersi del sistema retributivo chi ha maturato una copertura assicurativa nei periodi antecedenti al 1995. Il sistema misto di calcolo si adotta invece quando i periodi di contribuzione ricadono negli anni sia precedenti che successivi al 1995. Per conoscere l’ammontare medio della pensione di un dipendente pubblico prendiamo a titolo di esempio la carriera di un docente. Anche nel caso di un insegnante occorre anzitutto verificare quale sistema di calcolo utilizzare per determinare la quota mensile spettante. Per il docente che ha iniziato la carriera dopo il 1° gennaio 1996 ci si dovrà infatti avvalere del metodo contributivo.
Ciò significa che si dovrà prendere in considerazione soltanto il montante contributivo che ha versato sino alla data del pensionamento. Diverso il caso del docente la cui storia contributiva ha avuto avvio prima del 1995 perché per il calcolo dell’assegno si ricorre al metodo retributivo. Se si ipotizza che lo stipendio di un docente si attesta attorno ai 22.000 euro lordi annui si può pertanto dedurre che con il criterio retributivo spetterebbe il 90% della pensione. Ne consegue che l’ammontare annuo dei ratei sarebbe poco meno di 20.000 euro e quello mensile lordo di circa 1.600 euro.