Ecco perché si prenderà una pensione pari alla metà dello stipendio e ad una età più alta in futuro

Ecco perché si prenderà una pensione pari alla metà dello stipendio-Foto da pixabay.com

Scenari bui per le pensioni, questo ciò che emerge adesso da uno studio condotto da Moneyfarm, una nota società di consulenza finanziaria che ha analizzato lo stato della previdenza sociale. Pensioni che si allontanano sempre di più e trattamenti economicamente sempre più bassi.

Non è certo una novità questa. Perché tra meccanismo di calcolo contributivo delle prestazioni, e nuove misure che tendono sempre di più ad aumentare l’età pensionabile, i lavoratori già oggi si rendono conto di questi peggioramenti. E in futuro, almeno stando allo studio prima citato, andrà sempre peggio, soprattutto in alcuni settori e per alcuni lavoratori.

Ecco perché si prenderà una pensione pari alla metà dello stipendio e ad una età più alta in futuro

I tempi in cui le ultime retribuzioni incidevano in maniera forte sulle pensioni sono terminati. Perché ormai le pensioni per la maggiore vengono trattate con il metodo contributivo. Basato cioè sull’ammontare dei contributi versati e non sulle ultime retribuzioni. Terminati i tempi in cui bastava uno scatto di anzianità, una promozione di carriera e così via dicendo, per fare incrementare lo stipendio degli ultimi anni di carriera e prendere così anche una pensione più alta. Ed è così che adesso le pensioni diventano sempre più basse, soprattutto se paragonate agli ultimi stipendi percepiti. Per esempio, il già citato studio sottolinea comeuno statale su 3 prenderà, una volta in pensione, un trattamento pari a circa la metà dello stipendio percepito.

Anche le novità 2024 sono indirizzate verso un inasprimento generale delle regole

A dare manforte a questa teoria, anche il recente operato del Governo. Nell’ultima Legge di Bilancio il Governo ha deciso di ridurre le pensioni per chi esce nel 2024 con la quota 103. Infatti adesso questa pensione è calcolata con il sistema contributivo mentre fino allo scorso anno era una prestazione mista. Inoltre, per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 ed avrà comunque una pensione contributiva, il Governo ha deciso di portare da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, l’importo minimo della prestazione da prendere per uscire a 64 anni di età con 20 anni di contributi. Con tutte le difficoltà a raggiungere carriere contributive numericamente alte come anni di anzianità, la pensione anticipata contributiva è uno strumento che soprattutto i giovani di oggi hanno come obiettivo per la pensione futura.

Il fatto che il trattamento è contributivo, cioè basso, ed il fatto che il Governo ha innalzato l’importo minimo di pensione da prendere per lasciare il lavoro, ha una definizione ben precisa, cioè inasprimento. Con l’effetto che per i giovani è sempre più difficile centrare la pensione prima di arrivare all’età pensionabile che oggi è fissata a 67 anni e che sicuramente in futuro salirà. Ecco perché si prenderà una pensione ad una età sempre più alta e con importi sempre più bassi.

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