Ecco perché il 6 gennaio si brucia la Befana in certe parti d’Italia

Befana

Un vecchio proverbio dice che l’Epifania tutte le feste porta via. Oltre ad essere vero perché il 6 gennaio finisce il periodo festivo, questo giorno rappresenta l’ultima delle dodici notti, periodo di passaggio potentissimo secondo i pagani.

Infatti questa data segna la fine un vecchio ciclo e l’inizio di un nuovo. Sono presenti, infatti, alcune tradizioni che tendono a sottolineare questo significato. Oggi spieghiamo l’origine di una di queste. Ecco perché il 6 gennaio si brucia la Befana in certe parti d’Italia.

Si brucia il passato

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La Befana, adorabile streghetta protagonista di questa festa, è la rappresentazione della natura morente. Per questo motivo presenta i tratti di una donna anziana e ricurva.

In alcuni riti, infatti, viene messo al rogo il suo fantoccio, che viene bruciato nel clamore generale. Questa usanza, che di primo impatto può sembrare particolarmente cruda, nasconde, però, un preciso significato antropologico che si può anche ritrovare in un altro rito propiziatorio, quello di rompere i piatti a Capodanno.

Si tratti, infatti, di un rituale di rinnovamento in cui si lascia alle spalle il vecchio per correre incontro verso il nuovo. In questa precisa circostanza si tratta di annientare definitivamente la natura morente per far sì di lasciare spazio al rinnovamento della primavera. Ecco perché il 6 gennaio si brucia la Befana in certe parti d’Italia.

Oggi abbiamo spiegato cosa si cela dietro a un’usanza strana che viene messa in atto in alcune parti della nostra Penisola. Sul sito e sui canali social di ProiezionidiBorsa sono presenti diversi articoli che spiegano molti degli usi e costumi che abbiamo introiettato nel corso della nostra vita. Ad esempio qui si può trovare un approfondimento che spiega qual è il periodo giusto secondo la tradizione per smontare il presepe e l’albero di Natale. Basta cliccare qui per sapere di quale si tratta.

 

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